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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo primo
    • Libro terzo
      • VII     Della venuta de' Longobardi in Italia.
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VII

 

 

Della venuta de' Longobardi in Italia.

 

Essendo Narses patrice di Roma, e signoreggiava lo 'mperio di ponente per Iustino imperadore, sì venne in disgrazia della imperadrice Sofia, moglie di Iustino, e minacciollo di morte, e di farlo privare della sua dignità; per la qual cosa il detto Narses si rubellò dallo imperadore Giustino, e mandò in Pannonia per gli Longobardi, ciò sono Ungari, e col loro re chiamato Rotario fece lega e compagnia contra lo 'mperadore di Gostantinopoli e de' Greci, per torgli lo 'mperio di Roma; e così fu fatto, il quale re di Longobardi venne in Italia negli anni di Cristo VcLXX. E l'abito de' Longobardi che prima vennono in Italia, si aveano raso il capo, e lunga la barba, e lunghi vestimenti e larghi, e di lino gli più, a modo di Frosoni, e le calze sanza peduli infino a' talloni, legate con coregge. Questi Longobardi prima furono di Sassogna; ma soperchio di genti parte di loro si partiro di loro paese, e presono Pannonia, e poi si stesono in Ungaria. E Longobardi ebbono nome per uno indivino chiamato Godan, il quale, venute le mogli de' Longobardi e la moglie del detto indivino per avere consiglio di loro fortuna, per suo consiglio disse che la mattina al levare del sole venissero, e co·lloro capelli avolti al mento. Godan così veggendole, disse: “Chi sono questi Longobardi?”; e però fue il loro primo nome. E poi al tempo e cagione di su detta passaro in Italia, e prima discacciarono di Melano i Melanesi, e simile gli abitanti di Ticino, e' Chermonesi, e' Bresciani, e' Bergamaschi; e in quelle città prima cominciaro ad abitare, e popolaro di loro gente, e poi tutte l'altre città d'intorno, e di quelle di Toscana infino nel regno di Puglia signoreggiaro. E dapoi fu chiamato quello paese Lombardia, e Lombardi per lo nome de' Longobardi; che prima avea nome la provincia Ombria, e di dal Po Ensobra. E dalla loro venuta innanzi fu asciolto il regno d'Italia dal giogo di quegli di Gostantinopoli; e da quello tempo innanzi gli Romani si cominciaro a reggere per patrici, e durò grande tempo. E 'l detto re de' Longobardi fece suo capo del reame la città di Pavia, e fece molto grandi e notabili cose mentre ch'egli regnò. E stando in Pavia si andòllui il santo padre Allesandro, vescovo allora dell'antica città di Fiesole e cittadino di quella, per cagione che 'l signore di Fiesole che n'era sanatore guastava la Chiesa, e occupava le ragioni del vescovado e delle sue chiese soffreganti; il quale Rotario re, con tutto che fosse barbaro e pagano, al detto santo Allesandro fece grande amore e reverenzia, e esaudì la sua petizione, e fecegli brivilegi, e liberò la Chiesa, sì come seppe domandare. Ma il sanatore della città di Fiesole, uomo crudele e malvagio Cristiano, mandò dietro al detto santo Allesandro suoi ministri e famigliari, acciò che gli togliessono la vita; il quale partendosi da Pavia per tornare a Fiesole, da' detti masnadieri e ministri del sanatore di Fiesole fu martorizzato, e per forza gittato e annegato nel fiume del Po. Il cui corpo da' suoi discepoli e compagni fu ritrovato e recato nella città di Fiesole con grande reverenza; e poi per lo beato santo Romolo succedente vescovo di Fiesole, traslatandolo ove è oggi la sua chiesa suso a la rocca, grandissimi e visibili miracoli fece Iddio per lui, e massimamente contro al detto senatore e suoi ministri persecutori de' Cristiani, i quali non solamente perseguitavano i vivi, ma eziandio i corpi morti de' santi non lasciavano soppellire, sì come innanzi la sua storia pienamente fa menzione; il cui santo corpo, e quello del beato santo Romolo, e di più altri martiri e santi sono ancora in Fiesole, e sono molto da reverire; e chiunque in pelligrinaggio vae, per gli meriti de' detti santi corpi hae grandissimi perdoni e indulgenze. Lasceremo alquanto delle cominciate storie de' Longobardi, ch'assai tosto vi torneremo, e diremo d'una nuova e perversa setta che in questi tempi si cominciò oltremare, e ciò fu la legge e setta de' Saracini fatta per Maumetto falso profeta, la quale contaminò quasi tutto il mondo e molto affrisse la nostra fede cristiana.

 




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