XIII
Come Disidero figliuolo di Telofre ricominciò guerra a santa Chiesa;
per la qual cosa Carlo Magno passò in Italia e sconfisselo, e prese e distrusse
la signoria de' Lungobardi.
Partito il re Pipino d'Italia e tornato in Francia, si riposò in alcuno
tranquillo la Chiesa di Roma e 'l paese d'intorno uno tempo, per l'accordo che
Pipino avea fatto con Telofre re di Lombardia, e per la vittoria avuta contra
lui; ma morto Telofre, Desiderio suo figliuolo succedette a·llui, il quale
maggiormente che 'l padre fu nemico e persecutore di santa Chiesa, e ruppe la
pace, e allegossi con Gostantino che fu figliuolo di Leone imperadore di
Gostantinopoli, e colle sue forze fece cominciare guerra in Puglia, e Disiderio
dall'altra parte in Toscana, troppo maggiore che 'l suo padre nonn-avea di
prima fatta. Per la qual cosa Adriano papa, che allora governava santa Chiesa,
mandò in Francia per Carlo Magno figliuolo di Pipino che venisse in Italia a
difendere la Chiesa dal detto Disiderio e da' suoi seguaci; il quale Carlo re
di Francia passò in Lombardia negli anni di Cristo VIIcLXXV, e dopo molte
battaglie e vittorie avute contra Disiderio, si·ll'asediò nella città di Pavia;
e quella per assedio vinta, prese il detto Disiderio, e' figliuoli, e la
moglie, salvo che 'l maggiore figliuolo ch'avea nome Algife si fuggì in Gostantinopoli
a Gostantino imperadore, e sempre guerreggiò. Preso Disiderio, e la moglie, e'
figliuoli, Carlo Magno gli fece fare la fedeltà a santa Chiesa, e simile a
tutti gli baroni e città d'Italia; e poi ciò fatto, il detto Disiderio, e la
moglie, e' figliuoli mandò in Francia pregioni, e là morirono tutti in
pregione, e così fallì la signoria de' re de' Lombardi, detti prima Lungobardi,
ch'era durata CCV anni in Italia, per la forza de' Franceschi e del buono Carlo
Magno, che mai poi nonn-ebbe re in Lombardia. Bene rimasero le schiatte de'
signori, e de' baroni, e borgesi stratti di Longobardi ed i·Lombardia e in
Puglia; e ancora oggi ne sono in nostro volgare certi antichi gentili uomini
che noi chiamiano cattani lombardi, derivato da' detti Longobardi che n'erano
stati signori d'Italia. Carlo Magno, avuta la detta vittoria, venne a Roma, e
dal detto Adriano e da' Romani fu ricevuto a grande triunfo e onore. E
apressandosi Carlo Magno a Roma, vedendo la santa città di Roma di su
Montemalo, discese da cavallo, e per reverenza venne a piè infino a Roma; e là
giugnendo, le porte della città e di tutte le chiese basciò, e a ciascuna
chiesa oferse riccamente. E giunto in Roma, fu fatto patrice di Roma, e egli
adirizzò lo stato di santa Chiesa, e de' Romani, e di tutta Italia, e rimise in
loro franchigia e libertade, abattute in tutte parti le forze dello 'mperadore
di Gostantinopoli, e del re de' Lombardi, e di loro seguaci. E confermò a la
Chiesa ciò che Pipino suo padre l'avea dotato; e oltre a·cciò dotò la Chiesa
del ducato di Spuleto e di Benivento. E nel regno di Puglia ebbe più battaglie
contro a' Longobardi e ribelli di santa Chiesa, e assediò e distrusse la città
di Lacedonia ch'è in Abruzzi tra l'Aquila e Sermona, e assediò e vinse
Tuliverno il forte castello a l'entrare di Terra di Lavoro, e più altre terre
del Regno che teneano ribelli di santa Chiesa, e tutti gli sottomise a sua
signoria. E ciò fatto, lasciando Roma e tutta Italia in pacifico stato e sotto
sua signoria, bene aventurosamente intese a perseguitare i Saracini ch'aveano
occupato Proenza, e Navarra, e Spagna, e colla forza de' suoi dodici baroni e
peri di Francia, chiamati paladini, tutti gli conquise e distrusse, e passò
oltremare a richiesta dello 'mperadore Michele di Gostantinopoli e del patriarca
di Gerusalem, e conquistò la Terrasanta e Gerusalem, che·ll'occupavano i
Saracini, e aquistò a lo 'mperadore di Gostantinopoli tutto lo 'mperio di
levante, il quale aveano occupato i Saracini e' Turchi. E tornando in
Gostantinopoli, lo imperadore Michele gli volle donare molti grandissimi
tesori, nulla volle prendere, se non il legno de la santa croce e 'l chiovo di
Cristo, lo quale in Francia ne recò, ed è oggi in Parigi. E tornato in Francia,
signoreggiò per sua prodezza e virtude non solamente il reame di Francia, ma
tutta Alamagna, Proenza, Navarra, e Spagna, e tutta Italia.
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