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Giovanni Villani
Nuova cronica

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  • Tomo primo
    • Libro quinto
      • I     Qui comincia il quinto libro: come la lezione dello 'mperio di Roma venne agli Alamanni, e come Otto primo di Sassogna fu consegrato imperadore.
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Libro quinto

 

I

 

 

Qui comincia il quinto libro: come la lezione dello 'mperio di Roma venne agli Alamanni, e come Otto primo di Sassogna fu consegrato imperadore.

 

Regnando nel papato Giovanni duodecimo figliuolo d'Alberto imperadore, come adietro è fatta menzione, e guastando la Chiesa per le sue ree opere, fue per parte de' cardinali rimandato per Otto re d'Alamagna per levare il detto papa di signoria, e fare lui imperadore; per la qual cosa il detto papa, sappiendo ciò, a Giovanni suo diacano cardinale ch'avea ordinato ciò e trattato fece mozzare il naso, e a un altro Giovanni soddiacano ch'ave' scritto le lettere fece tagliare la mano. Per la qual cosa, e per le pessime opere di Berlinghieri e d'Alberto, faceano in Lombardia e in Toscana, Otto con tutta sua forza passò ancora in Italia, e abatté al tutto la signoria de' detti imperadori in Lombardia, come in parte fu detto dinanzi. E poi venne in Toscana, e da' Lucchesi e da' Fiorentini fu ricevuto onorevolemente, e soggiornò assai in Lucca, e alquanto in Firenze; poi se n'andò a Roma, e da' Romani fu ricevuto a grande gloria e triunfo; il quale giunto a Roma, fece disporre e cacciare del papato il detto Giovanni papa, il quale poi morì vilmente e in avolterio, e fece eleggere papa Leone ottavo, il quale per la malvagità de' Romani fece decreto che niuno papa fosse fatto sanza l'asentimento dello 'mperadore. E veggendo il papa e tutto il chericato che·lla Chiesa non si potea difendere, né avere sua libertà per la retà de' malvagi Romani e de' tiranni d'Italia che·ll'occupavano, sanza l'aiuto e forza degli Alamanni, e conoscendo la bontà e valore e potenzia del detto Otto re, per dignissimo fue per lo popolo di Roma e per la Chiesa eletto imperadore, e consegrato e coronato in Roma dal detto papa Leone a grande gloria, negli anni di Cristo VIIIIcLV, il quale fece molti doni a santa Chiesa. Questo Otto fu di Sassogna, e regnò imperadore XII anni, faccendo grandi e buone opere in esaltamento della Chiesa e dello 'mperio, e pacificò tutta Italia; e ciò fatto, si tornò in Alamagna colla sua moglie Alunda, della quale avea avuto uno figliuolo, ch'ebbe nome simigliante al padre Otto secondo. Ma tornato lui in Alamagna, per gli malvagi Romani fu disposto papa Leone, e feciono papa Benedetto V, della qual cosa, sappiendolo Otto, molto isdegnato e crucciato tornòe a Roma con sua forza, e assediolla; per la qual cosa i Romani per avere sua pace gli rendero preso il detto Benedetto papa, e rimise in sedia Leone, che prima era stato papa, e tornossi in Alamagna, e menonne il detto Benedetto, il quale morì vilmente. E dopo molte pietose e buone opere, e fatti ricchi monasterii, il detto Otto si morì in Alamagna. Questo Otto amendò molto tutta Italia, e mise in pace e buono stato, e abatté le forze de' tiranni; e al suo tempo assai de' suoi baroni rimasono signori in Toscana e in Lombardia. Intra gli altri fu il cominciamento de' conti Guidi, il quale il primo ebbe nome Guido, che 'l fece conte Palatino, e diedegli il contado di Modigliana in Romagna; e poi i suoi discendenti furono quasi signori di tutta Romagna, infino che furono cacciati di Ravenna, e tutti morti dal popolo di Ravenna per loro oltraggi, salvo uno picciolo fanciullo ch'ebbe nome Guido, sopranomato Sangue, per gli suoi che furono tutti in sangue morti; il quale poi per lo 'mperadore Otto quarto fu fatto signore in Casentino, e questi fu quegli che tolse per moglie in Firenze la contessa Gualdrada, figliuola che fu del buono messere Bellincione Berti de' Ravignani onorevole cittadino di Firenze. Ancora troviamo che 'l detto Otto primo soggiornava in Firenze quando andava e tornava a Roma, e mise amore e piacquegli la città, e perch'era stata sempre figliuola della città di Roma e fedele allo 'mperio, sì·lla favorò e brivileggiò, e dielle infino in sei miglia di contado. E quando tornò in Alamagna, de' suoi baroni vi rimasero e furono cittadini; e intra gli altri fu quegli ch'ebbe nome Uberto, onde si dice che nacque la casa e progenia degli Uberti, e per suo nome così fu nomata; e un altro barone ch'ebbe nome Lamberto, che si dice che discesono i Lamberti: questo però non affermiamo; e più altri di sua gente de' migliori baroni, e di quegli d'Otto secondo, rimasono in Toscana in signoria, onde poi sono stratti molti lignaggi in Firenze di gentili uomini, e molte terre d'Italia. Questo Otto primo brivileggiò i Lucchesi che potessero battere moneta d'oro e d'ariento, e però la loro moneta è improntata del suo nome. Dapoi che morì Otto primo fu fatto imperadore Otto secondo suo figliuolo, il quale regnò XV anni. Al tempo di questo Otto uno papa Giovanni tredecimo, che·ll'avea coronato, fue preso da Piero prefetto di Roma e messo in Castello Santo Angelo, e poi si fu cacciato in Campagna; ma il detto Otto il rimise in sedia, e molti Romani che di ciò ebbono colpa fece morire di mala morte, e molti ne mandò presi in Sassogna. Al tempo di costui i Saracini e' Greci presono Calavra, il quale andò loro incontro con grande oste di Romani, e Tedeschi, e Lombardi, e Pugliesi; ma per mala condotta, e perché i Romani e' Beneventani si fuggiro, fue sconfitto con grande danno de' Cristiani, e egli preso da' corsali greci; ma per ingegno e promesse si fece menare in Cicilia; essendovi arrivato co·lloro, essendo conosciuto, tutti gli fece morire di mala morte. E poi il detto Otto assediò Benivento, e prese la terra e guastolla per lo loro tradimento, e trassene il corpo di santo Bartolomeo appostolo, e recollo a Roma per portarlo in Sassogna; ma tornato a Roma morìo poco appresso, e nell'isola di Roma lasciò il detto corpo di santo Bartolomeo.

 




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