III
De' VII prencipi d'Alamagna ch'hanno a eleggere lo 'mperadore.
Morto Otto il terzo, per cagione che·llo 'mperio era andato per lignaggio
in tre Otti, l'uno figliuolo dell'altro, si parve a Sergio papa quarto, e a'
cardinali, e a' prencipi di Roma che·llo 'mperio fosse alla lezione degli
Alamanni, imperciò ch'erano possenti genti, e grande braccio del Cristianesimo;
ma che d'allora innanzi lo 'mperio andasse per elezione del più degno,
confermandosi poi per la Chiesa, essendo aprovato degno: e furono per dicreto
ordinati sette lettori dello 'mperio in Alamagna, e ch'altri non potesse degnamente
essere eletto imperadore, se non per gli detti prencipi. Ciò furono
l'arcivescovo di Maganza cancelliere d'Alamagna, l'arcivescovo di Trievi
cancelliere in Gallia, l'arcivescovo di Cologna cancelliere in Italia, il
marchese di Brandimborgo camerlingo, il duca di Sassogna che gli porta la
spada, e 'l conte Palatino del Reno che oggi succede per retaggio al duca di
Baviera, e servelo a tavola del primo messo, e 'l re di Boemme che 'l serve
della coppa: e sanza lui consentire non vale la lezione. E fecesi dicreto che
per cagione che gli Alamanni aveano tutta la lezione dello 'mperio d'Alamagna,
non potesse essere papa o cardinale, per levare le disensioni del papato; ma
non s'attenne. E imperò che, dapoi che·llo 'mperio venne al tutto agli
Alamanni, sì seguiremo omai d'imperadore in imperadore, e simile de' papa,
quanto regnò ciascuno, e brievemente le sue operazioni, imperciò che in questi
tempi la nostra città di Firenze cominciò ad avere stato e potenzia per le
revoluzioni de' detti imperadori; e per le disensioni che talora ebbono col
papa e colla Chiesa, molte mutazioni e parti ebbe nella nostra città di
Firenze, come innanzi per gli tempi faremo menzione ordinatamente. E ancora n'è
di nicessità di fare memoria degli re di Francia e di Puglia, imperciò che
molto si mischia la loro signoria alla nostra materia per le novità che
seguiranno appresso; e però in brieve per lo primo capitolo ne faremo menzione.
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