VI
Come al tempo del detto Arrigo i Fiorentini presono la città di
Fiesole, e feciolla disfare.
Ne' detti tempi, regnando imperadore Arrigo primo, quegli della città di
Firenze erano molto cresciuti di gente e di podere secondo il loro piccolo
sito, e massimamente per lo favore e aiuto d'Otto primo imperadore, e del
secondo e terzo Otto suo figliuolo e nipote, che sempre favoreggiarono la città
di Firenze; e come la città di Firenze cresceva, la città di Fiesole sempre
calava, avendo al continuo guerra e nimistà insieme; ma per lo forte sito e
fortezza di mura e di torri che avea la città di Fiesole, invano si
travagliavano i Fiorentini di conquistarla, con tutto che fossero più genti, e
di maggiore amistà e aiuto, anzi erano continuo guerreggiati da' Fiesolani. Ma
veggendo ciò i Fiorentini, che per forza no·lla poteano aquistare, sì·ssi
intreguarono co' Fiesolani, e lasciarono il guerreggiare tra·lloro; e di
triegua in triegua si cominciarono a dimesticare insieme, e usare l'uno
cittadino nella città dell'altro, e imparentarsi insieme, e picciola guardia
facea l'uno dell'altro. I Fiorentini veggendo che·lla loro città di Firenze
nonn-avea podere di fare grande montata, avendo sopra capo sì fatta fortezza
com'era la città di Fiesole, provedutamente e segretamente una notte misono
aguato di loro gente armati da più parti di Fiesole. I Fiesolani essendo assicurati
da' Fiorentini e non prendendosi guardia, la mattina della loro festa
principale di santo Romolo, aperte le porte, essendo disarmati i Fiesolani, i
Fiorentini entrando nella città sotto titolo di venire alla festa, quando ve
n'ebbe dentro buona quantità, gli altri armati ch'erano nell'aguato presono le
porte della città; e fatto cenno a Firenze, come era ordinato, tutta l'oste e
potenzia de' Fiorentini vennero a cavallo e a piè al monte, e entrarono nella
città di Fiesole, e corsolla tutta sanza uccidere quasi gente, o fare altro
danno, se non a chi si contendesse. I Fiesolani veggendosi subitamente e
improviso sopresi da' Fiorentini, parte di coloro che poterono si fuggirono in
su la rocca, la quale era fortissima, e tennersi lungo tempo apresso. La città
di sotto alla rocca essendo presa e corsa per gli Fiorentini, e prese le
fortezze e le genti che·ssi contendeano, l'altro minuto popolo s'arenderono a
patti che non fossono morti né rubati di loro cose, faccendo i Fiorentini loro
volontà di disfarla, rimanendo il vescovado in sua giuridizione. Allora i
Fiorentini patteggiarono che chi volesse uscire della città di Fiesole e venire
ad abitare in Firenze potesse venire sano e salvo con tutti i suoi beni e cose,
e andare in altra parte che gli piacesse; per la qual cosa in grande quantità
ne scesoro ad abitare in Firenze, onde poi furono e sono grandi schiatte in
Firenze; altri n'andarono ad abitare intorno per lo contado ove aveano loro
villate e possessioni. E ciò fatto, e la città vota di genti e di cose, i
Fiorentini la feciono abattere tutta e disfare, salvo il vescovado e certe
altre chiese, e la rocca, che·ssi tenea ancora e non s'arendeva a' detti patti;
e ciò fu negli anni di Cristo MX, e recarne i Fiorentini e' Fiesolani che·ssi
feciono cittadini di Firenze tutte le dignità e colonne, e tutti gl'intagli de'
marmi che lassù erano, e il carroccio del marmo ch'è in San Piero Scheraggio in
Firenze.
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