XV
Come fu fatto imperadore Arrigo secondo detto terzo, e le novità che
furono al suo tempo.
Dopo la morte del detto Currado fu eletto imperadore Arrigo secondo: e
chi disse figliuolo, ma e' fu pure genero del detto Currado imperadore, e
figliuolo del conte Leopoldo Palatino di Baviera nipote del primo Arrigo.
Questo Arrigo fu profetato la notte ch'egli nacque in questo modo: che 'l detto
Currado essendo egli cacciando, arrivato di notte solo in una foresta in povera
casa, ove abitava il padre e la madre isfuggiti e in bando dello 'mperio per
micidio, ove il detto Arrigo nacque, vegnendogli in visione che 'l detto nato
fanciullo sarebbe suo genero e succederebbe allo 'mperio, Currado, credendo che
fosse figliuolo di villano, non conoscendo il conte suo padre, per disdegno il
comandò a uccidere nella foresta; e i suoi famigliari per volontà di Dio lo
lasciarono vivo, rapportando che·ll'aveano morto. E poi crebbe in bontà e
inn-istato, sicché nella corte del detto Currado fu al servigio il detto
Arrigo; e ricordandosi lo 'mperadore di lui, e riconoscendolo per certi indizii
e segnali di lui, il mandò alla moglie con lettere che 'l facesse uccidere
incontanente; e per uno prete con cui albergò in cammino, come piacque a·dDio,
sì levò delle lettere quelle parole contamente, e mise che gli desse la
figliuola per moglie, e così fu fatto; e il distino premesso da Dio pure seguì.
Con tutti i contasti di Currado, questo Arrigo fu coronato negli anni di Cristo
MXL, e regnò XVII anni. Questo Arrigo imperadore passò in Italia, e lui
coronato a Roma da papa Clemente secondo, il quale papa il detto imperadore
fece fare, e dispuose tre papi ch'erano in questione; l'uno si chiamò papa
Benedetto nono, l'altro papa Silvestro terzo, l'altro papa Gregorio sesto; e
aveano l'uno l'altro disposto e cacciato di Roma. Poi ciò fatto, il detto
Arrigo si andò nel Regno per guerreggiare in Puglia e in Campagna tra' signori
insieme; sì prese Pandolfo prencipe di Capova e menolne in Alamagna, e mise in
signoria un altro Pandolfo conte di Tarentino, e poi si tornò nella Magna
dimorando poco in Italia. Per la qual cosa il paese d'Italia si commosse molto
in guerra l'uno signore contra l'altro, e' Romani tra·lloro, e rubarono la
Chiesa, e le sue possessioni, e cose, e pellegrini. Ma essendo in quegli tempi
tornato in istato papa Gregorio sesto, di Roma cacciò papa Clemente ch'era uomo
di poco valore; come signore laico con armata mano difese e racquistò le
giuridizioni, possessioni, e cose della Chiesa; e ebbe guerra e battaglia col
detto Arrigo che·ll'avea disposto, e soprastogli; e tutto fosse per questa
cagione uomo di sangue, sì fece buona fine e con santo repentimento, mostrando
a' suoi frati cardinali che ciò che avea fatto era per ricoverare lo stato di
santa Chiesa, e non per niuna singulare propietà di sua avarizia, assegnando
per autorità di santa Scrittura come i cherici al bisogno si debbono mettere
come muro dinanzi alle battaglie a difensione della fede e di santa Chiesa. E
Idio mostrò miracoli per lui; ché lui morto, i cardinali e l'altro chericato di
Roma no·llo voleano soppellire in San Piero in luogo sagro, ma missollo di
fuori dalle reggi, siccome alla sua fine ordinò, perch'era stato uomo di
sangue, che se Idio mostrasse miracolo in lui, che 'l seppellissono dentro alla
chiesa. E ciò fatto, e chiuse e serrate le porte di San Piero, subitamente
venne uno turbo con uno vento sì impetuoso che per forza levò le porte della
chiesa, e portolle in coro. Allora conosciuto il miracolo del santo uomo, sì 'l
soppellirono nella chiesa con grande solennità e reverenzia.
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