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Giovanni Villani
Nuova cronica

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  • Tomo primo
    • Libro quinto
      • XIX     Di Ruberto Guiscardo e di suoi discendenti i quali furono re di Cicilia e di Puglia.
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XIX

 

 

Di Ruberto Guiscardo e di suoi discendenti i quali furono re di Cicilia e di Puglia.

 

Adunque, come addietro è fatto menzione, nel tempo di Carlo imperadore che detto è Carlo il Grosso, che imperiò negli anni Domini VIIIcLXXX insino in VIIIcLXXXII, i Normanni pagani venuti di Norvea, in Alamagna e in Francia passarono, con guerra strignendo e tormentando i Galli e' Germani. Carlo con potente mano contro a' Normanni venne, e fatta la pace e confermata per matrimonio, i·re de' Normanni battezzato, e del sacro fonte dal detto Carlo ricevuto fu; e alla perfine non potendo Carlo i Normanni di Francia cacciare, concedette loro regioni ch'è di dalla Seccana, chiamata Lada Serna, la qual parte insino a oggi è detta Normandia per gli detti Normandi, nella qual terra infino d'allora il duca per lo re vi sono mutati. Fu dunque il primo duca Ruberto, a cui succedette il figliuolo suo Guiglielmo, il quale generò Ricciardo, e Ricciardo ingenerò il secondo Ricciardo. Questo Ricciardo ingenerò Ricciardo e Ruberto Guiscardo, il quale Ruberto Guiscardo non fu duca di Normandia, ma fratello del duca Ricciardo. Questi secondo l'usanza loro, però che minore figliuolo era, non ebbe la signoria del ducato, e imperò volendo spermentare la sua bontà, povero e bisognoso in Puglia venne, e era in quel tempo duca in Puglia Ruberto nato del paese, al quale Ruberto Guiscardo vegnendo, prima suo scudiere, e poi da·llui fatto cavaliere. Adunque venuto Ruberto Guiscardo a questo duca Ruberto, molte vittorie con prodezze contro a' nemici mostrò, il quale aveva guerra col prenze di Salerno, e guidardonato magnificamente tornò in Normandia: le dilizie e le ricchiezze di Puglia recò in fama, ornati i cavagli con freni d'oro e con ferri d'argento ferrati, in testimonio di ciò sì com'era; per la qual cosa provocati a sé più cavalieri, seguendo questa cosa per cuvidigia di ricchezze e di gloria, tornando in Puglia tostamente, seco gli menò, e stette apo il duca di Puglia fedelmente contro a Gottifredi duca de' Normanni; e non lungo tempo poi, Ruberto duca di Puglia vegnendo a la morte, di volontà di suoi baroni nel ducato il fece successore, e come promesso gli avea, la figliuola prese a moglie, gli anni di Cristo MLXXVIII. E poco tempo passato, Alesso imperadore di Gostantinopoli, che Cicilia e parte di Calavra aveva occupata, e' Viniziani vinse, e tutto il regno di Puglia e di Cicilia prese; e avegna che contro alla Chiesa romana questo facesse a cui il regno di Puglia era propia possessione, e la contessa Mattelda era contro a Ruberto Guiscardo, guerra facesse in servigio di santa Chiesa; ma Ruberto riconciliato alla perfine colla Chiesa di sua volontà, fatto ne fu signore. E non molto poscia Gregorio settimo, assediato co' cardinali da Arrigo quarto imperadore nel Castello di Santo Angelo, vegnendo a Roma, e cacciato per forza il detto Arrigo co l'antipapa suo il quale avea fatto per sua forza, dall'asedio il papa e' cardinali diliberò, e il papa nel palagio di Laterano rimise, puniti gravemente i Romani che contro a papa Gregorio favore allo 'mperadore Arrigo e al papa per lui fatto aveano dato. Questo Ruberto Guiscardo duca di Puglia faccendo una volta caccia, seguitando una bestia al profondo d'una selva, e ignorando quello che avenisse di lui e compagni, e dov'egli fosse e che facesse non potendolo sapere, veggendo adunque Ruberto appressata la notte, abbandonata la bestia che seguitava, a casa procacciava reddire; e tornando, trovò nella selva uno lebbroso che stantemente aiuto gli domandava; e quando alcuna cosa gli dicesse, rispuose al lebbroso che non facceassé utile penitenzia, ma egli vorrebbe innanzi portare ogni incarico e ogni gravamento; e domandando al lebbroso che volesse, disse: “Voglio che dopo voi mi pognate a cavallo”; acciò che forse abbandonato nella selva, le bestie no·llo divorassono. Allora Ruberto dopo sé nel cavallo lietamente il ricevette; e come cavalcando procedessero, a cotal conte così il lebbroso disse: “Tanto freddo aghiaccia le mie mani, che se nelle tue carni no·lle riscaldo a cavallo non mi potrò tenere”. Allora quegli al lebbroso concedette che sicuramente sotto i suoi panni le mani ponesse, e le carni sue e le membra contentasse sanza nulla paura. E terza volta il lebbroso ancora per misericordia richeggendolo, in sella il puose, e egli venendo in groppa, il lebbroso abracciava, e insino alla sua propia camera il menava, e nel suo propio letto il puose; e acciò che si riposasse, diligentemente il collogò, non sentendolo alcuno della sua famiglia. E come la festa della cena fatta fosse, detto alla moglie che nel letto suo avea allogato il lebbroso, la moglie incontanente alla camera andò, a sapere se quello povero infermo volesse cenare; la camera sanza libamina trovò tanto odorifera, come se di tutte le cose odorifere fosse piena, sì fattamente che mai Ruberto né la moglie tanto odore mai non sentirono, e·lebbroso cerco che venuto v'era, non conobbero, maravigliandosi oltre misura il marito e la moglie di tanta maraviglia; ma con reverenzia e con tremore Iddio l'uno e l'altro addimandano che debbia loro rivelare che ciò sia. E il seguente per visione apparve Cristo a Ruberto dicendo che sé in forma di lebbroso gli s'era mostrato, acciò che provasse la sua pietà; e anunziogli che della sua moglie avrebbe figliuoli, de' quali l'uno imperadore, l'altro re, il terzo duca sarebbe. Di questa promessione confortato Ruberto, abattuti i rubelli di Puglia e di Cicilia, di tutto aquistò la signoria, e ebbe V figliuoli: Guiglielmo, che prese per moglie la figliuola d'Alesso imperadore de' Greci, e fu dello 'mperio di colui duca e possessore, ma morì sanza figliuoli (questi si dice che fu Guiglielmo il quale fu detto Lungaspada; ma questo Lungaspada molti dicono che non fu del legnaggio di Ruberto Guiscardo, ma della schiatta de' marchesi di Monteferrato); e 'l secondo figliuolo di Ruberto Guiscardo, Boagdinos, che fu in prima duca di Taranto; il terzo fu Ruggieri duca di Puglia, che dopo la morte del padre fu coronato re di Cicilia da papa Onorio secondo; il quarto figliuolo di Ruberto Guiscardo fu Arrigo duca de' Normandi; il quinto figliuolo Ricciardo conte Cicerat, credo della Terra. Questo Ruberto Guiscardo dopo molte e nobili cose in Puglia fatte, per cagione di divozione dispuose di volere andare in Gerusalem in peregrinaggio; e detto gli fu in visione che morrebbe in Gerusalem. Dunque acomandato il regno a Ruggieri suo figliuolo, prese per mare il viaggio verso Gerusalem, e pervenendo in Grecia al porto che si chiamò poi Porto Guiscardo per lui, cominciò ad agravare di malatia; e confidandosi nella rivelazione che fatta gli fu, in niuno modo temea di morire. E era incontro al detto porto una isola, alla quale per cagione di ripigliare forza e riposo si fece portare, e portatolo, non migliorava, ma quasi forte agravava. Allora domandò come si chiamava quella isola; e risposto gli fu per gli marinai che per l'antica Gerusalem si chiama. La qual cosa udita, incontanente certificato della sua morte, divotamente tutte le cose che alla salute dell'anima s'appartengono acconciò, e morì graziosodDio, negli anni di Cristo MCX; il quale regnò in Puglia XXXIII anni. Queste cose di Ruberto Guiscardo in alcuna cronica parte se ne leggono, e parte a coloro n'udì narrare i quali le storie del regno di Puglia pienamente seppono.

 




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