III
Come lo 'mperadore Federigo Barbarossa si riconciliò co la Chiesa, e
passò oltremare, e là morìo.
Veggendosi lo 'mperadore Federigo molto abbassato di suo stato e
signoria, e molte città di Lombardia e di Toscana ribellarsi da·llui, e
teneansi colla Chiesa e col papa Allessandro, il quale era molto montato in
istato col favore del re di Francia e di quello d'Inghilterra e di Guiglielmo
re di Cicilia, si procacciò di riconciliarsi colla Chiesa e col papa, acciò che
al tutto non perdesse l'onore dello 'mperio, e con solenni ambasciadori mandò a
Vinegia a papa Allessandro a dimandare pace, promettendo di fare ogni amenda a
santa Chiesa; il quale dal detto papa fue esaudito benignamente. Per la qual
cosa il detto Federigo andòe a Vinegia, e gittossi a' piè del detto papa a
misericordia. Allora il detto papa gli puose il piede ritto in sul collo, e
disse il verso del Saltero che dice: “Super aspidem et basaliscum ambulabis, et
conculcabis leonem et draconem”, e lo 'mperadore rispuose: “Non tibi set
Petro”, e 'l papa rispuose: “Ego sum vicarius Petri”; e poi gli perdonò ogni
offesa ch'avesse fatta a santa Chiesa, faccendo ristituire ciò che tenesse di
santa Chiesa; e così promise e fece con patti, che ciò che·ssi trovasse che·lla
Chiesa in quello dì tenesse nel Regno a perpetuo fosse di santa Chiesa; e
trovossi che Benivento; e questo fu l'origine perché la Chiesa tiene per sua la
città di Benivento. E ciò fatto, il pacificò co' Romani e con Manuello
imperadore di Gostantinopoli, e con Guiglielmo re di Cicilia, e co' Lombardi, e
per amenda e penitenzia gl'impuose, ed elli promise, d'andare oltremare al
soccorso della Terrasanta, imperciò che 'l Saladino soldano di Babillonia avea
ripresa Ierusalem, e più altre terre che teneano i Cristiani; e così fece. Poi
il detto Federigo, lui crocciato, gli anni di Cristo MCLXXXVIII con grandissima
oste d'Alamagna si partìo, e andò per terra per Ungaria e Gostantinopoli infino
in Erminia; ma giunto il detto Federigo in Erminia, essendo di state e grande
caldo, bagnandosi a diletto in uno piccolo fiume chiamato il fiume del Ferro,
disaventuratamente affogò; e ciò si crede che fosse per giudicio di Dio per le
molte persecuzioni che fece a santa Chiesa: e di lui rimase uno figliuolo il
quale ebbe nome Arrigo che 'l fece eleggere re de' Romani innanzi che passasse
oltremare negli anni di Cristo MCLXXXVI; e morto il detto Federigo, la moglie
col figliuolo e colla loro gente, tutto che molta ne morisse in quello viaggio,
si tornaro di Soria in ponente sanza niuno acquisto fatto. Torneremo omai alla
nostra matera de' fatti di Firenze e d'altre cose che furono al tempo che regnò
il detto Federigo; ma prima diremo del re Filippo di Francia e del re Ricciardo
d'Inghilterra ch'andarono oltremare al soccorso della Terrasanta in questo
medesimo tempo.
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