XXIX
Come i Tartari scesono le montagne di Gog e Magog.
Negli anni di Cristo MCCII la gente che si chiamano i Tartari usciro
dalle montagne di Gog e Magog, chiamate in latino Monti di Belgen; i quali si
dice che furono stratti di quegli tribi d'Isdrael che il grande Allessandro re
di Grecia, che conquistò tutto il mondo, per loro brutta vita gli rinchiuse in
quelle montagne, acciò che non si mischiassono con altre nazioni, e ivi per
viltà di loro e vano intendimento, vi stettono rinchiusi da Allessandro infino
a questo tempo, credendosi che l'oste d'Allessandro sempre vi fosse; imperciò
ch'egli per maestrevole artificio sopra i monti ordinò trombe grandissime si dificiate,
che ad ogni vento trombavano con grande suono. Ma poi si dice che per gufi che
nelle bocche di quelle trombe feciono nidio, e stopparono i detti artificii per
modo che rimase il detto suono, e per questa cagione hanno i gufi in grande
reverenzia, e per leggiadria portano i grandi signori di loro le penne del gufo
in capo, per memoria che stopparo le trombe e artificii detti. Per la qual cosa
il detto popolo, il quale come a guisa di bestie viveano, e erano multiplicati
in innumerabile numero, sì si cominciarono a sicurare, e certi di loro a
passare i detti monti; e trovando come sopra le montagne non avea gente, se
none il vano inganno delle trombe turate, scesono al piano e al paese d'India
ch'era fruttifero, e ubertoso, e dolce; e tornando e rapportando al loro popolo
e genti le dette novelle, allora si congregaro insieme, e feciono per divina
visione loro imperadore e signore uno fabbro di povero stato, il quale avea
nome Cangius, il quale in su un povero feltro fu levato imperadore; e come fu
fatto signore, fu chiamato il sopranome Cane, cioè in loro lingua imperadore.
Questi fu molto valoroso e savio, e per suo senno e valentia uscì con tutto
quello popolo de le dette montagne, e ordinogli a decine e a centinaia e a
migliaia, con capitani acconci a combattere; e per essere più obbedito, prima
a' maggiori di sua gente fece per suo comandamento uccidere a ciascuno il suo
figliuolo primogenito di loro mano; e quando si vide così obbedito, e dato suo
ordine a la sua gente, entrò in India, e vinse il Presto Giovanni, e
sottomisesi tutto il paese. E ebbe più figliuoli, che appresso lui feciono di
grandi conquisti, e quasi di tutta la parte d'Asia i populi e li re si misono
sotto loro signoria, e parte d'Europia inverso Cumania, e Alania, e Bracchia
infino al Danubio. E' discendenti de' figliuoli del detto Cangius Cane sono
oggi signori intra' Tartari. Questi non hanno ordinata legge, che chi è stato
di loro Cristiano, e chi Saracino, ma i più pagani idolatri. Avemo raccontato
di loro nascimento e movimento, imperciò che in così piccolo tempo mai gente
non fece sì gran conquisto, né nullo popolo né setta nonn-ha tanta signoria,
podere, e ricchezza. E chi delle loro geste vorrà meglio sapere cerchi il libro
di frate Aiton, signore del Colco d'Erminia, il quale fece ad istanza di papa
Chimento quinto, e ancora il libro detto Milione, che fece messere Marco Polo
di Vinegia, il quale conta molto di loro podere e signoria, imperciò che lungo
tempo fu tra·lloro. Lasceremo de' Tartari, e torneremo a nostra materia de'
fatti di Firenze.
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