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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo primo
    • Libro sesto
      • XXXV     Come Otto quarto fu coronato imperadore, e come si fece nimico e persecutore di santa Chiesa.
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XXXV

 

 

Come Otto quarto fu coronato imperadore, e come si fece nimico e persecutore di santa Chiesa.

 

Otto quarto di Sassogna fue eletto re de' Romani, per lo modo detto addietro, quando fu eletto Filippo di Soavia, il quale fu morto. Ma questo Otto, a petizione e studio di papa Innocenzio terzo, fu confermato re de' Romani l'anno di Cristo MCCIII, ma però non venne incontanente a Roma per molta guerra li surse in Alamagna, sì che Italia stette sanza imperio da XII anni; ma tratte a fine Otto le guerre d'Alamagna, passò in Italia, e dal sopradetto papa Innocenzo fu coronato l'anno di Cristo MCCX. Ma incontanente ch'ebbe la corona dello 'mperio, ove la Chiesa e 'l detto papa si credeano fosse amico e difenditore, si fece nemico e persecutore, e a' Romani incominciò incontanente guerra, e contra volontà del detto papa e della Chiesa passò in Puglia, e prese gran parte del Regno, il quale la Chiesa guardava siccome tutrice e madre di Federigo il giovane, figliuolo che fu dello 'mperadore Arrigo di Soavia e di Gostanza imperadrice. Per la qual cosa il detto papa scomunicò il detto Otto e dispuose dello imperio in uno grande concilio che fece in Roma, e mandò in Alamagna per lo giovane Federigo, e colla forza della Chiesa raquistò il Regno e Cicilia. E 'l detto Otto si tornò in Alamagna, e di per contradio della Chiesa fece lega e congiura col conte Ferrante di Fiandra, e con quello di Bari e di Bologna, e più altri baroni di Francia, i quali s'erano rubellati al re Filippo il Bornio re di Francia. E essendo il detto re acampato contra il detto imperadore e gli altri signori, quasi tutti i suoi baroni il voleano abandonare; per la qual cosa fece uno altare nel campo, e trassesi la corona in presenza de' suoi baroni e puoselavi suso, e disse: “Donatela a chi è più degno di me, e io l'obbedirò volentieri”. I baroni vedendo la sua umilità, si rivolsono e promisogli d'essere leali e fedeli a la battaglia. Il quale re Filippo avendo con seco riconciliati i suoi baroni, col detto Otto imperadore, e Ferrante conte di Fiandra, e gli altri rubelli, battaglia di campo fece al ponte a Bovino a' confini di Fiandra, dove ebbe molta gente francesca e tedesca morta. A la fine il detto buono re Filippo per la grazia di Dio ebbe vittoria, e però che si ritenne in una schiera con Vc cavalieri vecchi e indurati in battaglie e tornianti, de' quali parte di loro non intesono se non a rompere le schiere co' destrieri, sanza fedire colpi, e così ruppono i Tedeschi; e prese il detto conte Ferrante di Fiandra, e tolsegli Artese e Vermandois; e Otto imperadore a gran periglio e vergogna fuggì con poca di sua gente del campo, e grande danno ricevette di sua gente; e ciò fu gli anni di Cristo MCCXIIII. E il medesimo essendo il giovane Luis figliuolo del detto re Filippo a oste in Paico, battaglia ebbe col re Arrigo d'Inghilterra e' suoi allegati che da l'altra parte venieno sopra il re di Francia, e lui vinse e sconfisse. E in quello giorno medesimo essendo il conte di Barzellona e di Valenza, onde furono poi i suoi discendenti re d'Aragona, ad assedio de la città di Carcasciona che vi cosava ragione, la quale tenea il detto re di Francia e eravi dentro il conte di Monforte con buona gente, il quale uscì fuori vigorosamente, e assalì improviso e sconfisse l'oste de' Catalani, e fu preso il conte di Barzellona, e per gli Franceschi tagliatagli la testa. Per le quali tre sì grandi e bene aventurose vittorie molto sormontò il re di Francia, e prese Paico e la Roccella e molto acrebbe suo reame.

 




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