XXXVIII
Come si cominciò parte guelfa e ghibellina in Firenze.
Negli anni di Cristo MCCXV, essendo podestà di Firenze messere Gherardo
Orlandi, avendo uno messer Bondelmonte de' Bondelmonti nobile cittadino di
Firenze promesse a·ttorre per moglie una donzella di casa gli Amidei, onorevoli
e nobili cittadini; e poi cavalcando per la città il detto messer Bondelmonte,
ch'era molto leggiadro e bello cavaliere, una donna di casa i Donati il chiamò,
biasimandolo della donna ch'egli avea promessa, come nonn era bella né
sofficiente a·llui, e dicendo: “Io v'avea guardata questa mia figliuola”; la
quale gli mostrò, e era bellissima; incontanente per subsidio diaboli
preso di lei, la promise e isposò a moglie. Per la qual cosa i parenti della
prima donna promessa raunati insieme, e dogliendosi di ciò che messer
Bondelmonte aveva loro fatto di vergogna, sì presono il maladetto isdegno onde
la città di Firenze fu guasta e partita; che di più causati de' nobili si
congiuraro insieme di fare vergogna al detto messer Bondelmonte per vendetta di
quella ingiuria. E stando tra·lloro a consiglio in che modo il dovessero
offendere, o di batterlo o di fedirlo, il Mosca de' Lamberti disse la mala
parola “Cosa fatta capo ha”, cioè che fosse morto: e così fu fatto; ché la
mattina di Pasqua di Risurresso si raunaro in casa gli Amidei da Santo Stefano,
e vegnendo d'Oltrarno il detto messere Bondelmonte vestito nobilemente di nuovo
di roba tutta bianca, e in su uno palafreno bianco, giugnendo a piè del ponte
Vecchio dal lato di qua, apunto a piè del pilastro ov'era la 'nsegna di Mars,
il detto messer Bondelmonte fue atterrato del cavallo per lo Schiatta degli
Uberti, e per lo Mosca Lamberti e Lambertuccio degli Amidei assalito e fedito,
e per Oderigo Fifanti gli furono segate le vene e tratto a·ffine; e ebbevi
co·lloro uno de' conti da Gangalandi. Per la qual cosa la città corse ad arme e
romore. E questa morte di messere Bondelmonte fu la cagione e cominciamento
delle maladette parti guelfa e ghibellina in Firenze, con tutto che dinanzi
assai erano le sette tra' nobili cittadini e le dette parti, per cagione delle
brighe e questioni dalla Chiesa allo 'mperio; ma per la morte del detto messere
Bondelmonte tutti i legnaggi de' nobili e altri cittadini di Firenze se ne
partiro, e chi tenne co' Bondelmonti che presono la parte guelfa e furonne
capo, e chi cogli Uberti che furono capo de' Ghibellini; onde alla nostra città
seguì molto di male e ruina, come innanzi farà menzione, e mai non si crede
ch'abbia fine, se Idio nol termina. E bene mostra che 'l nemico dell'umana
generazione per le peccata de' Fiorentini avesse podere nell'idolo di Mars, che
i Fiorentini pagani anticamente adoravano, ché a piè della sua figura si
commise sì fatto micidio, onde tanto male è seguito alla città di Firenze. I
maladetti nomi di parte guelfa e ghibellina si dice che·ssi criarono prima in
Alamagna, per cagione che due grandi baroni di là aveano guerra insieme, e
aveano ciascuno uno forte castello l'uno incontro all'altro, che l'uno avea
nome Guelfo e l'altro Ghibellino, e durò tanto la guerra, che tutti gli
Alamanni se ne partiro, e l'uno tenea l'una parte, e l'altro l'altra; e
eziandio infino in corte di Roma ne venne la questione, e tutta la corte ne
prese parte, e l'una parte si chiamava quella di Guelfo, e l'altra quella di
Ghibellino: e così rimasero in Italia i detti nomi.
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