Libro settimo
I
Qui comincia il VII libro: come Federigo secondo fue consecrato e
fatto imperadore, e le grandi novitadi che furono.
Negli anni di Cristo MCCXX, il dì di santa Cecilia di novembre, fue
coronato e consecrato a Roma a imperadore Federigo secondo re di Cicilia,
figliuolo che fu dello 'mperadore Arrigo di Soavia e della imperadrice
Gostanza, per papa Onorio terzo a grande onore. Al cominciamento questi fu
amico della Chiesa, e bene dovea esser; tanti benefici e grazie avea dalla
Chiesa ricevute, ché per la Chiesa il padre suo Arrigo ebbe per moglie Gostanza
reina di Cicilla, e in dote il detto reame e·regno di Puglia, e poi morto il
padre, rimanendo piccolino fanciullo, dalla Chiesa, come da madre, fu guardato
e conservato, e eziandio difeso il suo reame, e poi fattolo re de' Romani
eleggere contro a Otto quarto imperadore, e poi coronato imperadore, come di
sopra è detto. Ma elli figliuolo d'ingratitudine, non riconoscendo santa Chiesa
come madre, ma come nemica matrigna, in tutte le cose le fu contrario e
perseguitatore, egli e' suoi figliuoli, quasi più che' suoi anticessori, sì
come innanzi faremo di lui menzione. Questo Federigo regnò XXX anni imperadore,
e fue uomo di grande affare e di gran valore, savio di scrittura e di senno
naturale, universale in tutte cose; seppe la lingua latina, e la nostra
volgare, tedesco, e francesco, greco, e saracinesco, e di tutte virtudi copioso,
largo e cortese in donare, prode e savio in arme, e fue molto temuto. E fue
dissoluto in lussuria in più guise, e tenea molte concubine e mammoluchi a
guisa de' Saracini: in tutti diletti corporali volle abbondare, e quasi vita
epicuria tenne, non faccendo conto che mai fosse altra vita. E questa fu l'una
principale cagione perché venne nemico de' cherici e di santa Chiesa. E per la
sua avarizia di prendere e d'occupare le giuridizioni di santa Chiesa per male
dispenderle, e molti monasteri e chiese distrusse nel suo regno di Cicilia e di
Puglia, e per tutta Italia, sicché, o colpa de' suoi vizii e difetti, o de'
rettori di santa Chiesa che co·llui non sapessono o non volessono praticare, né
esser contenti ch'elli avessero le ragioni dello 'mperio, per la qual cosa
sottomise e percosse santa Chiesa; overo che Idio il permettesse per giudicio
divino, perché i rettori della Chiesa furono operatori ch'egli nascesse della
monaca sagra Gostanza, non ricordandosi delle persecuzioni che Arrigo suo padre
e Federigo suo avolo aveano fatte a santa Chiesa. Questi fece molte notabili
cose al suo tempo, che fece a tutte le caporali città di Cicilia e di Puglia
uno forte e ricco castello, come ancora sono in piede, e fece il castello di
Capovana in Napoli, e le torri e porta sopra il ponte del fiume del Volturno a
Capova, le quali sono molto maravigliose, e fece il parco dell'uccellagione al
Pantano di Foggia in Puglia, e fece il parco della caccia presso a Gravina e a
Melfi a la montagna. Il verno stava a Foggia, e la state a la montagna a la
caccia a diletto. E più altre notabili cose fece fare: il castello di Prato, e
la rocca di Samminiato, e molte altre cose, come innanzi faremo menzione. E
ebbe due figliuoli della sua prima donna, Arrigo e Currado, che ciascuno a sua
vita fece l'uno appresso l'altro eleggere re de' Romani; e della figliuola del
re Giovanni di Ierusalem ebbe Giordano re, e d'altre donne ebbe il re Federigo,
onde sono discesi il legnaggio di coloro che si chiamano d'Antioccia, il re
Enzo e lo re Manfredi, che assai furono nimici di santa Chiesa. E alla sua vita
egli e' figliuoli vivettono e signoreggiaro con molta gloria mondana, ma alla
fine egli e' suoi figliuoli per gli loro peccati capitaro e finiro male, ed
ispensesi la sua progenia, sì come innanzi faremo menzione.
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