II
La cagione perché si cominciò la guerra da' Fiorentini a' Pisani.
A la detta coronazione dello 'mperadore Federigo si ebbe grande e ricca
ambasceria di tutte le città d'Italia; e di Firenze vi fue molta buona gente, e
simile di Pisa. Avvenne che uno grande signore romano ch'era cardinale, per
fare onore a' detti ambasciadori, convitò a mangiare gli ambasciadori di
Firenze, e andati al suo convito, uno di loro veggendo uno bello catellino di
camera al detto signore, sì gliele domandò; e il detto signore disse che
mandasse per esso a sua volontà. Poi il detto cardinale il dì appresso convitò
gli ambasciadori di Pisa, e per simile modo uno de' detti ambasciadori invaghì
del detto catellino, e domandollo in dono. Il detto cardinale non ricordandosi
come l'avea donato all'ambasciadore di Firenze, il promise a quello di Pisa. E
partiti dal convito, l'ambasciadore di Firenze mandò per lo catellino, e
ebbelo. Poi vi mandò quello di Pisa, e trovò come l'aveano avuto gli
ambasciadori di Firenze: recarlosi in onta e in dispetto, non sappiendo com'era
andato il detto dono del catellino. E trovandosi per Roma insieme i detti
ambasciadori, richeggendo il catellino, vennero insieme a villane parole, e di
parole si toccaro; onde gli ambasciadori di Firenze furono alla prima
soperchiati e villaneggiati dalle persone, però che cogli ambasciadori pisani
avea L soldati di Pisa. Per la qual cosa tutti i Fiorentini ch'erano intorno
alla corte del papa e dello 'mperadore, ch'erano in gran quantità (e ancora ve
n'andarono assai di Firenze per volontà, onde fu capo messer Oderigo de'
Fifanti), s'accordarono e assaliro i detti Pisani con aspra vendetta. Per la
qual cosa scrivendo eglino a Pisa come erano stati soperchiati e vergognati da'
Fiorentini, incontanente il Comune di Pisa fece arrestare tutta la roba e
mercatantia de' Fiorentini che si trovò in Pisa, ch'era in buona quantità. I
Fiorentini per fare ristituire a' loro mercatanti, più ambascerie mandaro a
Pisa, pregando che per amore dell'amistà antica dovessono ristituire la detta
mercatantia. I Pisani non l'assentiro, dando cagione che la detta mercatantia
era barattata. Alla fine s'agecchiro a tanto i Fiorentini, che mandarono
pregando il Comune di Pisa che in luogo della mercatantia mandassero almeno
altrettante some di qual più vile cosa si fosse, acciò che quella onta non
facessono a·lloro, e il Comune di Firenze de' suoi danari ristituirebbe i suoi
cittadini; e se ciò non volessono fare, che protestavano che più non poteano
durare l'amistà insieme, e che comincerebbono loro guerra; e questa richesta
durò per più tempo. I Pisani per loro superbia, parendo loro esser signori del
mare e della terra, rispuosono a' Fiorentini che qualunque ora eglino uscissono
a oste rammezzerebbono loro la via. E così avenne che' Fiorentini, non possendo
più sostenere l'onta e 'l danno che faceano loro i Pisani, cominciaro loro
guerra. Questo cominciamento e cagione della detta guerra, com'è detto di
sopra, sapemo il vero da antichi nostri cittadini, che i loro padri furono
presenti a queste cose, e ne feciono loro ricordo e memoria.
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