XLI
Come lo 'mperadore Federigo morì a Firenzuola in Puglia.
Nel detto anno MCCL, essendo Federigo imperadore in Puglia nella città di
Fiorenzuola a l'uscita d'Abruzzi, si amalò forte, e già del suo aguro non si
seppe guardare, che trovava che dovea morire in Firenze, e come dicemmo
adietro, per la detta cagione mai non volle entrare in Firenze, né in Faenza;
ma male seppe interpetrare la parola mendace del dimonio, che gli disse si
guardasse che morrebbe in Firenze, e elli non si guardò di Fiorenzuola. Avenne
che agravando de la detta malatia, essendo co·llui uno suo figliuolo bastardo
ch'avea nome Manfredi, disiderando d'avere il tesoro di Federigo suo padre, e
la signoria del Regno e di Cicilia, e temendo che Federigo di quella malatia
non iscampasse o facesse testamento, concordandosi col suo segreto ciamberlano,
promettendoli molti doni e signoria, con uno pimaccio che a Federigo puose il
detto Manfredi in su la bocca, sì·ll'afogò; e per lo detto modo morì il detto
Federigo disposto dello 'mperio e scomunicato da santa Chiesa, sanza
penitenzia, o nullo sagramento di santa Chiesa. E per questo potemo notare la
parola che Cristo disse nel Vangelio: “Voi morrete nelle peccata vostre”; che
così avenne a Federigo, il quale fu così nimico di santa Chiesa, ch'egli fece
morire la moglie e Arrigo re suo figliuolo, e... e videsi sconfitto e preso
Enzo suo figliuolo, e egli dal suo figliuolo Manfredi vilmente morto e sanza
penitenza; e ciò fu il dì di santa Lucia di dicembre, gli anni detti MCCL. E
lui morto, Manfredi detto prese la guardia del reame e tutto il tesoro, e 'l corpo
di Federigo fece portare e soppellire nobilemente alla chiesa di Monreale di
sopra a la città di Palermo in Cicilia, e a la sua sepultura volendo scrivere
molte parole di sua grandezza e podere, e grandi cose fatte per lui, uno
cherico Trottano fece questi brievi versi, i quali piacquero molto a Manfredi e
agli altri baroni, e fecegli intagliare nella detta sepultura, gli quali
diceano:
Si probitas, sensus, virtutum gratia, census,
Nobilitas orti possint resistere morti,
Non foret extintus Federicus qui iacet intus.
E nota che in quello tempo che lo 'mperadore Federigo morìo avea mandato
in Toscana per tutti gli stadichi di Guelfi per fargli morire; e andando in
Puglia, quando furono in Maremma, seppono novelle della morte di Federigo, le
guardie per paura gli lasciarono; i quali ricoverarono in Campiglia, e di là
tornarono a Firenze e nell'altre terre di Toscana molto poveri e bisognosi.
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