XLIV
Come lo re Currado figliuolo di Federigo imperadore venne d'Alamagna
in Puglia, e ebbe la segnoria del reame di Cicilia, e come morì.
Come il re Currado d'Alamagna seppe la morte dello 'mperadore Federigo
suo padre, s'aparecchiò con grande compagnia per passare in Puglia e in
Cicilia, per possedere il detto Regno, del quale Manfredi suo fratello bastardo
s'era fatto vicario generale e signoreggiava tutto, salvo la città di Napoli e
di Capova, i quali s'erano rubellati per la morte di Federigo, e tornati a
l'ubbidenza della Chiesa. E per cagione della morte del detto Federigo molte
cittadi di Lombardia e di Toscana aveano fatta mutazione, e tornate
all'obedienza della Chiesa. Non si volle il detto Currado mettere a passare per
terra, ma lui arrivato nella Marca di Trevigi, fece co' Viniziani apparecchiare
grande navilio, e di là per mare con tutta sua gente arrivò in Puglia gli anni
di Cristo MCCLI. E con tutto che Manfredi fosse cruccioso della sua venuta,
perché intendea a esser signore del detto Regno, a Currado suo fratello fece
grande accoglienza, rendendogli molto onore e reverenza. E come fue in Puglia,
sì fece oste sopra la città di Napoli, la quale prima da Manfredi prenze di
Salerno per V volte era stata osteggiata e assediata, e no·ll'avea potuta
vincere, ma Currado con sua grande oste per lungo assedio ebbe la cittade,
salvi le persone e la terra.
Ma Currado non attenne loro i patti, ma come fu in Napoli sì fece disfare
le mura e tutte le fortezze di Napoli; e simigliantemente fece a la città di
Capova che s'era rubellata, e in poco di tempo tutto il Regno recò sotto la sua
signoria, abbattendo ogni ribello, o che fosse amico o seguace di santa Chiesa;
e non solamente i laici, ma i religiosi e le sacre persone, fece morire per
tormenti, rubando le chiese, e abbattendo chi non era della sua obbedienza, e
promovendo i benefici, come fosse papa, sì che se Federigo suo padre fue
persecutore di santa Chiesa, questo Currado, se fosse vivuto lungamente,
sarebbe stato peggiore. Ma come piacque a Dio, poco appresso infermò di grande
malatia, ma non però mortale, e faccendosi curare a medici fisiziani, Manfredi
suo fratello, per rimanere signore, il fece a' detti medici per moneta e gran
promesse avelenare in uno cristeo, e per tale sentenzia di Dio, per opera del
fratello, di tale morte morìo sanza penitenzia e scomunicato gli anni di Cristo
MCCLII. E di lui rimase in Alamagna uno picciolo figliuolo ch'ebbe nome
Curradino, nato per madre della figlia del duca di Baviera.
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