LXV
Come il popolo di Firenze cacciò la prima volta i Ghibellini di
Firenze, e la cagione perché.
Negli anni di Cristo MCCLVIII, essendo podestà di Firenze messere Iacopo
Bernardi di Porco, all'uscita del mese di luglio quegli della casa degli Uberti
co·lloro séguito de' Ghibellini, per sodducimento di Manfredi, ordinarono di
rompere il popolo di Firenze, perché parea loro che pendessono in parte guelfa.
Iscoperto il detto trattato per lo popolo, fatti richiedere e citare da la
signoria, non vollono comparire né venire dinanzi, ma la famiglia della podestà
da·lloro furono duramente fediti e percossi. Per la qual cosa il popolo corse
ad arme, e a·ffurore corsono alle case degli Uberti, ov'è oggi la piazza del
palagio del popolo e de' priori, e uccisorvi Schiattuzzo degli Uberti, e più
loro masnadieri e famigliari; e fue preso Uberto Caini degli Uberti e Mangia
degl'Infangati, i quali per loro confessata la congiura in parlamento, in Orto
Sa·Michele fu loro tagliata la testa; e gli altri della casa degli Uberti con
più altre case de' Ghibellini uscirono di Firenze. I nomi delle case di rinnomo
ghibelline ch'uscirono di Firenze furono queste: gli Uberti, i Fifanti, i
Guidi, li Amidei, i Lamberti, gli Scolari, e parte degli Abati, Caponsacchi,
Migliorelli, Soldanieri, Infangati, Ubriachi, Tedaldini, Galigari, que' della
Pressa, Amieri, que' da Cersino, e' Razzanti, e più altre case e schiatte di
popolari e grandi scaduti, che tutti non si possono nominare, e altre case de'
nobili di contado; e andarne a Siena, la quale si reggea a parte ghibellina, e
erano nemici de' Fiorentini: e furono disfatti i loro palagi e torri, che
n'aveano assai, e di quelle pietre si murarono le mura da San Giorgio Oltrarno,
che 'l popolo di Firenze fece in quelli tempi cominciare per la guerra de'
Sanesi. E poi del mese di settembre prossimo del detto anno il popolo di
Firenze fece pigliare l'abate di Valembrosa, il quale era gentile uomo de'
signori di Beccheria di Pavia in Lombardia, essendoli apposto che a petizione
de' Ghibellini usciti di Firenze trattava tradimento, e quello per martiro gli
fece confessare, e scelleratamente nella piazza di Santo Appolinare gli feciono
a grido di popolo tagliare il capo, non guardando a sua dignità, né a ordine
sacro. Per la qual cosa il Comune di Firenze e' Fiorentini dal papa furono
scomunicati; e dal Comune di Pavia, ond'era il detto abate, e da' suoi parenti
i Fiorentini che passavano per Lombardia ricevevano molto danno e molestia. E
di vero si disse che 'l religioso uomo nulla colpa avea, con tutto che di suo
legnaggio fosse grande Ghibellino. Per lo quale peccato, e per molti altri
fatti per lo scellerato popolo, si disse per molti savi che Iddio per giudicio
divino permise vendetta sopra il detto popolo a la battaglia e sconfitta da
Monte Aperti, come innanzi faremo menzione. Il detto popolo di Firenze, che in
quegli tempi resse la città, fue molto superbo e d'alte e grandi imprese, e in
molte cose fue molto trascotato; ma una cosa ebbono i rettori di quello, che
furo molto leali e diritti a Comune; e perché uno ch'era anziano fece
ricogliere e mandollo in sua villa uno cancello ch'era stato della chiusa del
Leone, e andava per lo fango per la piazza di San Giovanni, sì ne fu condannato
in libbre M, e sì come frodatore delle cose del Comune.
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