LXVIII
Come il popolo di Firenze prese i castelli di Vernia e di Mangone.
E poi tornata la detta oste, incontanente andaro ad oste sopra il
castello di Vernia de' conti Alberti, e quello per assedio ebbono e disfeciono;
e presono il castello di Mangona, e le genti e' fedeli feciono giurare a la
fedeltà e ubidenza del popolo e Comune di Firenze, dando ogn'anno per san
Giovanni certo censo al Comune. La cagione di ciòe fue che essendo il conte
Allessandro, che di ragione n'era signore, piccolo garzone, il conte Nepoleone
suo consorto e Ghibellino, imperciò ch'egli era a la sua guardia del popolo di
Firenze, sì gli tolsono le dette castella, e guerreggiavano i Fiorentini; e per
lo popolo di Firenze per lo modo detto furono racquistate; per la qual cosa
rinvestironne poi il conte Allessandro, quando i Guelfi tornarono in Firenze:
non vogliendo esser figliuolo d'ingratitudine, sì donò e fece testamento intervivos,
che se' due suoi figliuoli Nerone e Alberto morissono sanza rede maschi e
legittimi, lasciava i detti Vernia e Mangone a la massa della parte guelfa di
Firenze; e ciò fu gli anni di Cristo MCCLXXIII.
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