LXXII
Come il grande tiranno Azzolino di Romano fu sconfitto da' Chermonesi;
e morì in pregione.
Nel detto anno MCCLX Azzolino di Romano, cioè d'uno castello di
trivigiana, dal marchese Palavigino e da' Chermonesi nel contado di Milano,
presso al ponte di Casciano in sul fiume d'Adda, avendo con seco più di MD
cavalieri, e andava per torre la città di Milano, fue sconfitto, e fedito, e
preso; delle quali fedite in pregione morìo, nel castello di Solcino
nobilemente fue soppellito. Elli trovava per sua profezia ch'egli dovea morire
in uno castello del contado di Padova ch'avea nome Basciano, e in quello non
entrava; e quando si sentì fedito, domandò come si chiamava il luogo; fugli
detto Casciano; allora disse: “Casciano Basciano tutto è uno”; e giudicossi
morto. Questo Azzolino fue il più crudele e ridottato tiranno che mai fosse
tra' Cristiani, e signoreggiò per sua forza e tirannia, essendo di sua nazione
della casa di Romano gentile uomo, grande tempo tutta la Marca di Trivigi, e la
città di Padova, e gran parte di Lombardia; e' cittadini di Padova molta gran
parte consumò, e acceconne pur de' migliori e de' più nobili in grande
quantità, e togliendo le loro possesioni, e mandandogli mendicando per lo
mondo, e molti altri per diversi martìri e tormenti fece morire, e a una ora
XIm Padovani fece ardere, e per la innocenzia del loro sangue, per miracolo,
mai poi in quello non nacque erba niuna. E sotto l'ombra d'una rudda e
scellerata giustizia fece molti mali, e fue uno grande fragello al suo tempo
nella Marca Trevigiana e in Lombardia, per pulire il peccato de la loro
ingratitudine. A la fine, come piacque a Dio, vilmente da men possente gente della
sua fue sconfitto e morto, e tutta la sua gente si sperse, e la sua signoria
venne meno e suo legnaggio.
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