LXXV
Come il Comune e popolo di Firenze feciono una grande oste infino a le
porte di Siena col carroccio.
Avenne che gli anni di Cristo MCCLX, del mese di maggio, il popolo e
Comune di Firenze feciono oste generale sopra la città di Siena, e menarvi il
carroccio. E nota che 'l carroccio che menava il Comune e popolo di Firenze era
uno carro in su quattro ruote tutto dipinto vermiglio, e aveavi su commesse due
grandi antenne vermiglie, in su le quali stava e ventilava il grande stendale
dell'arme del Comune, ch'era dimezzato bianco e vermiglio, e ancora oggi si
mostra in San Giovanni; e tiravalo uno grande paio di buoi coverti di panno
vermiglio, che solamente erano diputati a·cciò, e erano dello spedale di Pinti,
e 'l guidatore era franco in Comune. Questo carroccio usavano i nostri antichi
per trionfo e dignità; e quando s'andava in oste, e' conti vicini e' cavalieri
il traevano dell'opera di San Giovanni, e conduciello in su la piazza di
Mercato Nuovo, e posato per me' uno termine che ancora v'è d'una pietra
intagliata a carroccio, sì·ll'acomandavano al popolo. E' popolani il guidavano
nell'osti, e a quello erano diputati in guardia i migliori e più forti e
virtudiosi popolani a piè della cittade; e a quello s'amassava tutta la forza
del popolo. E quando l'oste era bandita, uno mese dinanzi dove dovesse andare,
si ponea una campana in su l'arco di porte Sante Marie, ch'era in sul capo di
Mercato Nuovo; e quella al continuo era sonata di dìe e di notte, e per
grandigia di dare campo al nimico ov'era bandita l'oste, che s'apparecchiasse. E
chi la chiamava Martinella, e chi la campana degli asini. E quando l'oste de'
Fiorentini andava, si sponeva dell'arco, e poneasi in su uno castello di
legname in su uno carro, e al suono di quella si guidava l'oste. Di queste due
pompe del carroccio e della campana si reggea la signorevole superbia del
popolo vecchio e de' nostri antichi nell'osti. Lasceremo di ciò, e torneremo
come i Fiorentini feciono sopra i Sanesi, che presono il castello di Vico, e
quello di Mezano, e Casciole, ch'erano de' Sanesi, e puosonsi a oste a Siena
presso a l'antiporta al munistero di Santa Petronella, e fecionvi fare ivi
presso, in su uno poggetto rilevato che si vedea dalla cittade, una torre, ove
teneano la campana; e a dispetto de' Sanesi, e a ricordanza di vittoria, ripiena
di terra, vi piantarono suso uno ulivo, il quale infino a' nostri dì ancora
v'era. Avenne in quello assedio che gli usciti di Firenze uno giorno diedono
mangiare a' Tedeschi di Manfredi, e fattigli bene avinazzare e innebbriare, a
romore caldamente gli feciono armare e montare a cavallo per fargli assalire
l'oste de' Fiorentini, promettendo loro grandi doni e paga doppia; e ciò fu
fatto cautamente per gli savi, seguendo il consiglio di Farinata degli Uberti
preso infino in Puglia. I Tedeschi forsennati e caldi di vino uscirono fuori di
Siena, e vigorosamente assaliro il campo de' Fiorentini, e perch'erano
improvisi e con poca guardia, avendo la forza de' nemici per niente, con tutto
che' Tedeschi fossono poca gente, in quello assalto feciono all'oste grande
danno; e molti del popolo e della cavalleria in quello sùbito assalto feciono
mala vista fuggendo, per tema che gli assalitori non fossono maggiore gente. Ma
alla fine ravveggendosi, presono l'arme e la difenza contra i Tedeschi; e di
quanti n'uscirono di Siena non ne scampò niuno vivo, che tutti furono morti e
abbattuti, e la 'nsegna di Manfredi presa e strascinata per lo campo, e recata
in Firenze; e ciò fatto, poco appresso si tornò l'oste de' Fiorentini in
Firenze.
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