Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo primo
    • Libro settimo
      • LXXVII     Come gli usciti ghibellini di Firenze ordinaro d'ingannare e fare tradire il Comune e popolo di Firenze.
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

LXXVII

 

 

Come gli usciti ghibellini di Firenze ordinaro d'ingannare e fare tradire il Comune e popolo di Firenze.

 

Li usciti di Firenze, per cui trattato e opera il re Manfredi avea mandato il conte Giordano con VIIIc cavalieri tedeschi, si pensarono ch'elli aveano fatto niente, se non attraessono i Fiorentini fuori a campo, imperciò che' sopradetti Tedeschi nonn-erano pagati per più di tre mesi, e già n'era passato più d'uno e mezzo colla loro venuta; né moneta nonn-aveano da più conducergli, né attendeano da Manfredi; e passando il tempo di loro soldo, sanza fare alcuna cosa si tornavano in Puglia, con grande pericolo di loro stato. Ragionaro che ciò non si potea fornire sanza maestria e inganno di guerra, la quale industria fu commessa in messer Farinata degli Uberti e messer Gherardo Ciccia de' Lamberti. Costoro sottilemente ordinarono due savi frati minori loro messaggi al popolo di Firenze, e innanzi gli acozzaro con VIIII de' più possenti di Siena, i quali infintamente feciono veduta a' detti frati come spiacea loro la signoria di messer Provenzano Salvani, ch'era il maggiore del popolo di Siena, e che volentieri darebbono la terra a' Fiorentini, avendo Xm fiorini d'oro, e che venissono con grande oste sotto cagione di fornire Monte Alcino, e andassono infino in sul fiume d'Arbia; e allora co la forza di loro e di loro seguaci darebbono a' Fiorentini la porta di Santo Vito, ch'è nella via d'Arezzo. I frati, sotto questo inganno e tradimento, vennero a Firenze con lettere e suggegli de' detti, e feciono capo agli anziani del popolo, e profersono che recavano gran cose per onore del popolo e Comune di Firenze; ma la cosa erasagreta, che si volea sotto saramento manifestare a pochi. Allora gli anziani elessono di loro lo Spedito di porte San Piero, uomo di grande opera e ardire, ed era de' principali guidatori del popolo, e co·llui messer Gianni Calcagni di Vacchereccia; e fatto il saramento in su l'altare, i frati discopersono il detto trattato, e mostrarono le dette lettere. I detti due anziani, che gli portava più volontà che fermezza, diedono fede al trattato, e incontanente si trovaro i detti Xm fiorini d'oro, e si misono in diposito, e raunarono consiglio di grandi e di popolo, e misono innanzi che di nicessità bisognava di fare oste a Siena per fornire Monte Alcino, maggiore che nonn-era stata quella di maggio passato a Santa Petornella. I nobili de le gran case guelfe di Firenze, e 'l conte Guido Guerra ch'era co·lloro, non sappiendo il falso trattato, e sapeano più di guerra che' popolani, conoscendo la nuova masnada de' Tedeschi ch'era venuta in Siena, e la mala vista che fece il popolo a Santa Petornella quando i cento Tedeschi gli asaliro, non parea loro la 'mpresa sanza grande pericolo. E ancora sentendo i cittadini variati d'animi, e male disposti a fare più oste, rendero savio consiglio, che per lo migliore l'oste non procedesse al presente per le ragioni di su dette, e ancora mostrando come per poco costo si potea fornire Monte Alcino, e prendeallo a fornire gli Orbitani, e assegnando come i detti Tedeschi non aveano paga per più di tre mesi, e già aveano servito mezzo il tempo, e lasciandogli stentare sanza fare oste, tosto sarebbono straccati e tornerebbonsi in Puglia, e' Sanesi e gli usciti di Firenze rimarrebbono in peggiore stato che di prima. E 'l dicitore fu per tutti messer Tegghiaio Aldobrandi degli Adimari, cavaliere savio e prode e di grande autoritade; e di largo consigliava il migliore. Il sopradetto Spedito anziano, uomo molto prosuntuoso, compiuto il suo consiglio, villanamente il riprese, dicendo si cercasse le brache, s'aveva paura. E messer Tegghiaio gli rispuose ch'al bisogno non ardirebbe di seguirlo nella battaglia colà ov'egli si metterebbe. E finite le dette parole, poi si levò messere Cece de' Gherardini per dire il simigliante ch'avea detto messer Tegghiaio: gli anziani gli comandaro che non dicesse, e era pena libbre C, chi aringasse contra il comandamento degli anziani. Il cavaliere le volle pagare per contradire la detta andata: non vollono gli anziani, anzi raddoppiarono la pena; ancora volle pagare, e così infino libbre CCC; e quando ancora volle dire e pagare, fu comandamento pena la testa; e così rimase. Ma per lo popolo superbo e traccurato si vinse il peggiore, che la detta oste presentemente e sanza indugio procedesse.

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License