LXXXV
Come il conte Guido vicario colla taglia di Toscana e colla forza de'
Pisani feciono oste sopra Lucca, per la qual cosa i Lucchesi s'accordaro a
pace, e cacciarono di Lucca gli usciti guelfi.
La state appresso il detto vicario co' Fiorentini, co' Pisani, e l'altre
amistà della taglia de' Ghibellini di Toscana, a petizione de' Pisani, feciono
oste sopra le terre e castella de' Lucchesi, ed ebbono Castiglione, e
sconfissonvi i Lucchesi, e gli usciti guelfi di Firenze; e messer Cece de'
Bondelmonti vi fu preso, e miselsi in groppa messer Farinata degli Uberti: chi
dice per iscamparlo. Messer Piero Asino degli Uberti gli diede d'una mazza di
ferro in testa, e in groppa del fratello l'uccise; onde furono assai ripresi. E
dopo la detta sconfitta il conte Guido co' Pisani e' Ghibellini di Firenze
ebbono il castello di Nozano, e ponte al Serchio, e Rotaia; e Serrezzano
s'arrendé a·lloro. I Lucchesi veggendosi così assalire e spogliare di loro
castella, e per riavere i loro pregioni, che ancora n'avea in Siena della
sconfitta di Monte Aperti grande quantità, e pur de' migliori, e veggendo che
degli usciti guelfi delle terre di Toscana non aveano altro che briga, e
impaccio, e danno per la loro povertà, segretamente feciono trattato col
vicario di Manfredi di cacciare gli usciti guelfi di Firenze e dell'altre terre
di Toscana, di Lucca, e di riavere i loro pregioni e le loro castella, e di
tenere alla taglia, e prendere vicario, mantenendosi in unitade e in pacifico
stato, sanza cacciare di Lucca parte alcuna. E così fu fatto e fermo l'accordo,
e sì segreto, che nullo uscito ne sentì nulla, che bene l'avrebbono sturbato. E
subitamente fu a tutti comandato che sotto pena dell'avere e della persona che
dovessono isgombrare Lucca e 'l contado infra i tre dì; onde gli sventurati
Guelfi usciti di Firenze e dell'altre terre guelfe di Toscana, sanz'altro
rimedio o misericordia, convenne loro uscire di Lucca e del contado colle loro
famiglie; imperciò che di presente furono in Lucca le masnade tedesche, e fatto
capitano per lo vicario messer Gozello da Ghianzuolo; per la qual cosa molte
gentili donne mogli degli usciti di Firenze per niccessità in su l'alpe di San
Pellegrino, che sono tra Lucca e Modona, partoriro loro figliuoli, e con tanto
esilio e miseria se n'andarono alla città di Bologna; e ciò fu del mese di...,
gli anni di Cristo MCCLXIII. Ben si dice per molti antichi che l'uscita de'
Guelfi di Firenze di Lucca fu cagione di loro ricchezza, perciò che molti
Fiorentini usciti n'andarono oltremonti in Francia a guadagnare, che prima non
erano mai usati, onde poi molte ricchezze ne reddiro in Firenze; e cadeci il
proverbio che dice: “Bisogno fa prod'uomo”. E partiti i Guelfi di Lucca, non
rimase città né castello in Toscana, picciolo o grande, che non tornasse a
parte ghibellina. In questi tempi, essendo il conte Guido Novello signore in
Firenze, tutta la camera del Comune votò, e trassene tra più volte assai
bellissime balestra e altri guernimenti da oste, e mandonnegli a Poppi in
Casentino suo castello.
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