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Giovanni Villani
Nuova cronica

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  • Tomo primo
    • Libro settimo
      • LXXXVIII     Come la Chiesa di Roma elesse Carlo di Francia a esser re di Cicilia e di Puglia.
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LXXXVIII

 

 

Come la Chiesa di Roma elesse Carlo di Francia a esser re di Cicilia e di Puglia.

 

Essendo il detto papa Urbano e la Chiesa così abbassata per la potenzia di Manfredi, e li eletti due imperadori (ciò era quello di Spagna e quello d'Inghilterra) nonn-aveano concordiapotenzia di passare in Italia, e Curradino figliuolo del re Currado, a cui apartenea per retaggio il regno di Cicilia e di Puglia, erapiccolo garzone, che non potea ancora venire contro a Manfredi, il detto papa per infestamento di molti fedeli della Chiesa, i quali per le forze di Manfredi erano cacciati di loro terre, e spezialmente per gli usciti guelfi di Firenze e di Toscana che al continuo erano seguendo la corte, compiagnendosi a' piè del papa, il detto papa Urbano fece uno grande concilio de' suoi cardinali e di molti prelati, e propuose come la Chiesa era soggiogata da Manfredi, e come sempre quegli di sua casa e lignaggio erano stati nimici e persecutori di santa Chiesa, non essendo grati di molti benifici ricevuti, che, quando a·lloro paresse, avea pensato di trarre santa Chiesa di servaggio, e di recarla in suo stato e libera; e ciò potea esser, chiamando Carlo conte d'Angiò e di Proenza, figliuolo del re di Francia, e fratello del buono re Luis, il quale era il più sofficiente prencipe di prodezza d'arme e d'ogni virtù che fosse al suo tempo, e di sì possente casa come quella di Francia, e che fosse campione di santa Chiesa, e re di Cicilia e di Puglia, raquistandola dal re Manfredi, il quale la tenea per forza inlicitamente, e era scomunicato e dannato, e contro a la volontà di santa Chiesa, e come suo ribello; e egli si confidava tanto nella prodezza del detto Carlo e della baronia di Francia, che 'l seguiterebbono, ch'egli non dubitava ch'egli non contastasse Manfredi, e gli togliesse la terra e il regno tutto in poco tempo, e mettesse la Chiesa in grande stato. Al quale consiglio s'accordarono tutti i cardinali e prelati, e così elessono il detto Carlo a re di Cicilia e di Puglia, egli e' suoi discendenti insino in quarta di sua generazione appresso a lui; e fermata la elezione, gli mandarono il decreto; e ciò fu gli anni di Cristo MCCLXIII.

 




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