IV
Come il conte Guido di Monforte colla cavalleria del conte Carlo passò
per Lombardia a Roma.
Il conte Guido di Monforte colla cavalleria che 'l conte Carlo gli lasciò
a guidare, e colla contessa moglie del detto Carlo, e co' suoi cavalieri si
partirono di Francia del mese di giugno del detto anno. E questi furono i
caporali de' baroni col conte di Monforte: messer Boccardo conte di Vandomo, e
messere Giovanni suo fratello, messer Guido di Bieluogo vescovo d'Alsurro,
messere Filippo di Monforte, messere Guiglielmo e messer Piero di Bielmonte,
messer Ruberto di Bettona primogenito del conte di Fiandra il quale era genero
del conte Carlo, messer Gilio il Bruno conastabolo di Francia, maestro e balio
del detto Ruberto, il maliscalco di Mirapesce, messere Guiglielmo lo Stendardo,
messer Gianni di Bresiglia maliscalco del conte Carlo, cortese e valente cavaliere;
e feciono la via di Borgogna e di Savoia, e passarono le montagne di Monsanese;
e arrivati nella contrada di Torino e d'Asti, dal marchese di Monferrato ch'era
signore di quello paese furono ricevuti onorevolmente, perché 'l detto marchese
tenea colla Chiesa, e era contro a Manfredi; e per lo suo condotto, e
coll'aiuto de' Melanesi, si misono a passare la Lombardia tutti in arme, e
cavalcando schierati, e con molto affanno di Piemonte infino a Parma, però che
'l marchese Palavigino parente di Manfredi, colla forza de' Chermonesi e
dell'altre città ghibelline di Lombardia ch'erano in lega con Manfredi, era a
guardare i passi con più di IIIm cavalieri, che Tedeschi e che Lombardi. Alla
fine, come piacque a·dDio, veggendosi assai di presso le dette due osti al
luogo detto...., i Franceschi passarono sanza contasto di battaglia, e
arrivarono alla città di Parma. Bene si disse che uno messer Buoso della casa
di que' da Duera di Chermona, per danari ch'ebbe da' Franceschi, mise consiglio
per modo che l'oste di Manfredi non fosse al contasto al passo, com'erano
ordinati, onde poi il popolo di Chermona a·ffurore distrussono il detto
legnaggio di quegli da Duera. Giunti i Franceschi alla città di Parma, furono
ricevuti graziosamente; e gli usciti guelfi di Firenze e dell'altre città di
Toscana, con più di CCCC cavalieri, onde aveano fatto loro capitano il conte
Guido Guerra de' conti Guidi, andarono loro incontro infino a Mantova. E quando
i Franceschi si scontrarono con gli usciti guelfi di Firenze e di Toscana, parve
loro sì bella gente e sì riccamente a cavagli e ad arme, che molto si
maravigliarono che usciti di loro terre potessono esser così nobilemente
adobbati, e la loro compagnia ebbono molto cara de' detti nostri usciti. E poi
gli scorsono e condussono per Lombardia a Bologna, e per Romagna, e per la
Marca, e per lo Ducato, che per Toscana non poterono passare, però che tutta
era a parte ghibellina e alla signoria di Manfredi; per la qual cosa misono
molto tempo in loro viaggio, sicché prima fu l'entrante del mese di dicembre
del detto anno MCCLXV, che giugnessono a Roma; e giunti loro alla città di
Roma, il conte Carlo fu molto allegro, e gli ricevette a gran festa e onore.
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