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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo primo
    • Libro ottavo
      • VI     Come il re Carlo, avuto il passo di Cepperano, ebbe per forza la terra di San Germano.
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VI

 

 

Come il re Carlo, avuto il passo di Cepperano, ebbe per forza la terra di San Germano.

 

Come lo re Carlo e sua oste ebbono preso il passo di Cepperano, presono Aquino sanza contasto, e per forza ebbono la rocca d'Arci, ch'è delle più forti tenute di quello paese; e ciò fatto, si misono a campo coll'oste a San Germano. Quegli della terra per lo forte luogo, e perch'era bene fornito di genti e di tutte cose, aveano per niente la gente del re Carlo, ma per dispregio, a·lloro ragazzi che menavano i cavagli a l'acqua faceano spregiare, e dire onta e villania, chiamando: “Ov'è il vostro Carlotto?”. Per la qual cosa i ragazzi de' Franceschi si misono a badaluccare e a combattere con quegli d'entro, per la qual cosa tutta l'oste de' Franceschi si levò a romore. E temendo che 'l campo non fosse assalito, tutti furono ad arme i Franceschi subitamente, correndo inverso la terra; quegli d'entro non prendendosi di ciò guardia, non furono così tosto tutti a l'arme. I Franceschi con grande furore assalirono la terra, e dando battaglia da più parti; e chi migliore schermo non potea avere, ismontando de' cavagli, e levando loro le selle, e con esse in capo andavano sotto le mura e torri della terra. Il conte di Vandomo con messer Gianni suo fratello, e co·lloro bandiera, i quali furono de' primi che s'armarono, seguirono i ragazzi di que' d'entro ch'erano usciti al badalucco, e cacciandogli, co·lloro insieme si misono dentro per una postierla ch'era aperta per ricoglierli; e ciò non fu sanza grande pericolo, imperciò che·lla porta era bene guardata da più gente d'arme, e rimasonvene e morti e fediti di quegli che seguivano il conte di Vandomo e 'l fratello; ma eglino per loro grande ardire e virtù pur vinsono la punga a la porta per forza d'arme, e entrarono dentro, e incontanente la loro insegna misono in su le mura. E de' primi che gli seguirono furono gli usciti guelfi di Firenze, ond'era capitano il conte Guido Guerra, e la 'nsegna portava messer Stoldo Giacoppi de' Rossi: i quali Guelfi alla presa del detto San Germano si portarono maravigliosamente e come buona gente, per la qual cosa quegli di fuori presono cuore e ardire, e chi meglio poteva si mettea dentro alla terra. Quegli d'entro, vedute le 'nsegne de' nemici in su le mura, e presa la porta, molti ne fuggirono, e pochi ne stettono alla difensione; per la qual cosa la gente del re Carlo combattendo ebbono la terra di San Germano a X di febbraio MCCLXV, e fu tenuta grandissima maraviglia, per la fortezza della terra, e piuttosto fattura di Dio che forza umana, perché dentro v'avea più di M cavalieri e più di Vm pedoni, intra' quali avea molti arcieri saracini di Nocera; ma per una zuffa che la notte dinanzi, come a Dio piacque, surse tra' Cristiani e' Saracini, della quale i Saracini furono soperchiati, il giorno appresso non furono in fede alla difensione della terra; e questa infra l'altre fu bene una delle cagioni perché perderono la terra di San Germano. Delle masnade di Manfredi furono assai morti e presi, e la terra tutta corsa e rubata per li Franceschi, e ivi soggiornò lo re e sua oste alquanto per prendere riposo, e per sapere gli andamenti di Manfredi.

 

 

 




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