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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo primo
    • Libro ottavo
      • XIII     Come in Firenze si feciono i XXXVI e come si diede ordine e gonfaloni a l'arti.
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XIII

 

 

Come in Firenze si feciono i XXXVI e come si diede ordine e gonfaloni a l'arti.

 

Come la novella fu in Firenze e per Toscana della sconfitta di Manfredi, i Ghibellini e i Tedeschi cominciarono ad invilire e avere paura in tutte parti, e' Guelfi usciti di Firenze ch'erano ribelli, e tali a' confini per lo contado e in più parti, cominciarono a invigorire e a prendere cuore e ardire. E faccendosi presso alla città, ordinarono dentro alla terra novità e mutazioni, per trattati co' loro amici d'entro, che s'intendeano con loro, e vennero infino ne' Servi Sancte Marie a fare consiglio, avendo speranza di loro gente ch'erano stati alla vittoria col re Carlo, i quali attendeano con gente de' Franceschi in loro aiuto; onde il popolo di Firenze ch'era più Guelfo che Ghibellino d'animo per lo danno ricevuto, chi di padre, chi di figliuolo, e chi di fratelli, alla sconfitta di Monte Aperti, simile cominciarono a rinvigorire, e a mormorare, e parlare per la città, dogliendosi delle spese e incarichi disordinati che riceveano dal conte Guido Novello e dagli altri che reggeano la terra. Onde quegli che reggeano la città di Firenze a parte ghibellina, sentendo nella città il detto subuglio e mormorio, e avendo paura che 'l popolo non si rubellasse contro a·lloro per una cotale mezzanità, e per contentare il popolo, elessono due cavalieri frati godenti di Bologna per podestadi di Firenze, che l'uno ebbe nome messer Catalano de' Malavolti, e l'altro messer Loderigo delli Andalò, e l'uno era tenuto di parte guelfa, ciò era messer Catalano, e l'altro di parte ghibellina. E nota che' frati godenti erano chiamati cavalieri di santa Maria, e cavalieri si faceano quando prendeano quello abito, che·lle robe aveano bianche e uno mantello bigio, e l'arme il campo bianco e la croce vermiglia con due stelle, e doveano difendere le vedove e' pupilli, e intramettersi di paci; e altri ordini, come religiosi, aveno. E il detto messer Loderigo ne fu cominciatore di quello ordine; ma poco durò, che seguiro al nome il fatto, cioè d'intendere più a godere ch'ad altro. Questi due frati per lo popolo di Firenze furono fatti venire, e misongli nel palagio del popolo d'incontro a la Badia, credendo che per l'onestà dell'abito fossono comuni, e guardassono il Comune di soperchie spese; i quali, tutto che d'animo di parte fossono divisi, sotto coverta di falsa ipocresia furono in concordia più al guadagno loro propio ch'al bene comune; e ordinarono XXXVI buoni uomini mercatanti e artefici, de' maggiori e migliori che fossono nella cittade, i quali dovessono consigliare le dette due potestadi, e provedere alle spese del Comune; e di questo novero furono de' Guelfi e de' Ghibellini, popolani e grandi non sospetti, ch'erano rimasi in Firenze alla cacciata de' Guelfi. E raunavansi i detti XXXVI a consigliare ogni per lo buono stato comune della città nella bottega e corte de' consoli di Calimala, ch'era a piè di casa i Cavalcanti in Mercato Nuovo, i quali feciono molti buoni ordini e stato comune della terra, intra' quali ordinarono che ciascuna delle VII arti maggiori di Firenze avessono consoli e capitudini, e ciascuna avesse suo gonfalone e insegna, acciò che se nella città si levasse niuno con forza d'arme, sotto i loro gonfaloni fossono a la difesa del popolo e del Comune. E le 'nsegne delle VII arti maggiori furono queste: i giudici e notari, il campo azzurro e una stella grande ad oro; i mercatanti di Calimala, cioè de' panni franceschi, il campo rosso con una aguglia ad oro in su uno torsello bianco; i cambiatori, il campo vermiglio e fiorini d'oro iv'entro seminati; l'arte della lana, il campo vermiglio iv'entro uno montone bianco; i medici e speziali, il campo vermiglio iv'entro santa Maria col figliuolo Cristo in collo; l'arte de' setaiuoli e merciari, il campo bianco e una porta rossa iv'entro per lo titolo di porte Sante Marie; i pillicciai, l'arme a vai, e nell'uno capo uno agnus Dei in campo azzurro. L'altre V seguenti alle maggiori arti s'ordinarono poi quando si criò in Firenze l'uficio de' priori dell'arti, come a tempo più innanzi faremo menzione; e fu loro ordinato, per simile modo delle VII arti, gonfaloni e arme. Ciò furono i baldrigari, ciò sono mercatanti di ritaglio di panni fiorentini, calzaiuoli, e pannilini, e rigattieri, la 'nsegna bianca e vermiglia; i beccari, il campo giallo e un becco nero; i calzolai, atraverso listata bianca e nero, chiamata pezza gagliarda; i maestri di pietre e di legname, il campo rosso iv'entro la sega, e la scure, e mannaia, e piccone; i fabbri e ferraiuoli, il campo bianco e tanaglie grandi nere.

 




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