XVI
Come, cacciati i Ghibellini di Firenze, si riformò la città d'ordini e
di consigli.
Tornata parte guelfa in Firenze, e venuto il vicario overo podestà per lo
re Carlo, che 'l primo fu messer...., e fatti XII buoni uomini a modo
ch'anticamente faceano gli anziani che reggeano la repubblica, sì riformarono
il consiglio di C buoni uomini di popolo, sanza la diliberazione de' quali
nulla grande cosa né spesa si potea fare; e poi che per quello consiglio si
vincesse, andava a partito a pallottole al consiglio delle capitudini dell'arti
maggiori, e a quello della credenza, ch'erano LXXX. Questi consiglieri, che col
generale erano CCC, erano tutti popolani e Guelfi: poi vinti a' detti consigli,
convenia il dì seguente le medesime proposte rimettere al consiglio della
podestà, ch'era il primo di LXXXX uomini grandi e popolani, e co·lloro ancora
le capitudini dell'arti, e poi il consiglio generale, ch'erano CCC uomini
d'ogni condizioni, e questi si chiamavano i consigli opportuni; e in quegli si
davano le castellanerie, dignità, ufici piccoli e grandi; e ciò ordinato,
feciono àrbitri, e corressono tutti statuti e ordinamenti, e ordinarono ogni
anno si facessono. In questo modo s'ordinò lo stato e corso del Comune e del
popolo di Firenze alla tornata de' Guelfi; e camerlenghi della pecunia feciono
religiosi di Settimo e d'Ognesanti di sei in sei mesi.
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