XVII
Come i Guelfi di Firenze ordinarono gli ordini di parte.
In questi tempi, cacciati i Ghibellini di Firenze, i Guelfi che vi
tornarono, avendo tra·lloro questioni per gli beni de' Ghibellini ribelli, sì
mandarono loro ambasciadori a corte a papa Urbano e al re Carlo, che gli
dovesse ordinare. Il quale papa Urbano e il re Carlo per loro stato e pace gli
ordinarono in questo modo, che de' beni fossono fatte tre parti: l'una fosse
del Comune; l'altra fu diputata per amenda de' Guelfi ch'erano stati disfatti e
rubelli; l'altra fu diputata a la parte guelfa certo tempo; ma poi tutti i
detti beni rimasono a la parte, onde ne cominciarono a·ffare mobile, e ogni dì
il cresceano, per avere da dispendere quando bisognasse per la parte; del quale
mobile, udendolo il cardinale Attaviano degli Ubaldini, disse: “Dapoi che'
Guelfi di Firenze fanno mobile, già mai non vi tornano i Ghibellini”. E feciono
per mandato del papa e del re i detti Guelfi tre cavalieri rettori di parte, e
chiamargli prima consoli de' cavalieri, e poi gli chiamarono capitani di parte;
e durava il loro uficio due mesi, a tre sesti a tre sesti, e raunarsi a' loro
consigli nella chiesa nuova di Santa Maria sopra Porta, per lo più comune luogo
della città, e dov'ha più case guelfe intorno. E feciono loro consiglio segreto
di XIIII, e il maggiore consiglio di LX grandi e popolani, per lo cui scruttino
s'eleggessono i capitani di parte e gli altri uficiali. E chiamarono tre grandi
e tre popolani priori di parte, i quali sono sopra l'ordine e guardia della
moneta della parte, e uno che tenesse il suggello, e uno sindaco accusatore de'
Ghibellini. E tutte loro segrete cose dipongono alla chiesa de' Servi Sante
Marie. Per simili ordini e capitani feciono gli usciti ghibellini. Assai avemo
detto degli ordini di parte, e torneremo a' fatti comuni, e altre cose.
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