XXV
Come Curradino entrò in Roma, e poi con sua oste passò nel regno di
Puglia.
Soggiornato Curradino alquanto in Siena, sì n'andò a Roma, e da' Romani e
da don Arrigo senatore fu ricevuto a grande onore a guisa d'imperadore, e in
Roma fece sua raunata di gente e di moneta, e spogliò il tesoro di San Piero e
d'altre chiese di Roma per fare danari, e trovossi in Roma con più di Vm
cavalieri tra Tedeschi e Italiani con quegli di don Arrigo senatore, fratello
del re di Spagna, ch'avea seco bene VIIIc buoni cavalieri spagnuoli. E sentendo
Curradino che 'l re Carlo era a oste in Puglia alla città di Nocera, e molte
delle terre e baroni del Regno erano rubellati, e dell'altre in sospetto, sì
gli parve tempo accettevole d'entrare nel Regno, e partissi da Roma a dì X
d'agosto, gli anni di Cristo MCCLXVIII, col detto don Arrigo e con sua
compagnia e baronia, e con molti Romani; e non fece la via di Campagna, però
che seppe che 'l passo da Cepperano era guernito e guardato: sì non si volle
mettere alla contesa, ma fece la via delle montagne tra l'Abruzzi e Campagna
per Valle di Celle, ove non avea guardie né guernigione, e sanza niuno contasto
passò e arrivò nel piano di San Valentino nella contrada detta Tagliacozzo.
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