XXVIII
Della avisione ch'avenne a papa Chimento della sconfitta di Curradino.
Avenne grande maraviglia che, essendo stata la detta sconfitta di
Curradino, la vilia di santo Bartolomeo, e era già notte anzi che 'l certo si sapesse
a cui fosse rimaso il campo colla vittoria, per le molte riprese e variazioni
ch'ebbe la detta battaglia, la mattina per tempo vegnente della festa di santo
Bartolomeo, essendo papa Chimento in Viterbo, e sermonava, e vegnendoli
subitamente uno pensiero per lo quale parve al popolo che contemplasse uno
buono pezzo lasciando la materia del sermone, levato della detta contemplazione
disse: “Correte, correte alle strade a prendere i nimici di santa Chiesa, che
sono sconfitti e morti”; e della detta sconfitta nulla novella né messo era
venuto al papa, né potea venire in così corto spazio di tempo come una notte,
però che da Viterbo al luogo dove fu la battaglia avea più di C miglia; e fu
l'altro giorno, inanzi che nullo messaggio ne venisse in corte; ma di certo si
disse per gli savi che in corte erano che il papa l'ebbe per ispirazione
divina, e egli era uomo di santa vita.
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