XXXI
Come i Fiorentini sconfissono i Sanesi a piè di Colle di Valdelsa.
Gli anni di Cristo MCCLXVIIII, del mese di giugno, i Sanesi, ond'era
governatore messer Provenzano Salvani di Siena, col conte Guido Novello, colle
masnade de' Tedeschi e di Spagnuoli, e cogli usciti ghibellini di Firenze e
dell'altre terre di Toscana, e colla forza de' Pisani, i quali erano in
quantità di MCCCC cavalieri e da VIIIm pedoni, sì vennono ad oste al castello
di Colle di Valdelsa, il quale era alla guardia de' Fiorentini; e ciò feciono,
perché i Fiorentini il maggio dinanzi erano venuti a oste e guastare
Poggibonizzi. E postosi a campo a la badia a Spugnole, e venuta la novella in
Firenze il venerdì sera, il sabato mattina messer Giambertaldo vicario del re
Carlo per la taglia di Toscana si partì di Firenze colle sue masnade, il quale
allora avea in Firenze da IIIIc cavalieri franceschi; e sonando la campana, i
Guelfi di Firenze seguendolo a cavallo e a piedi, giunsono in Colle la
cavalleria la domenica sera, e trovarsi intorno di VIIIc cavalieri, o meno, con
poco popolo, però che così tosto come i cavalieri non poterono giugnere a
Colle. Avenne che i·lunedì mattina vegnente, il dì di santo Bartolomeo di
giugno, sentendo i Sanesi la venuta della cavalleria di Firenze, si levarono da
campo dalla detta badia per recarsi in più salvo luogo. Messer Giambertaldo
veggendogli mutare il campo, sanza attendere più gente, passò colla cavalleria
ch'avea il ponte, e schierata sua gente colla cavalleria di Firenze, e quello
popolo che v'era giunto, e' Colligiani (ma per la sùbita venuta de' Fiorentini
nullo ordine aveano di capitani d'oste, né d'insegna del Comune), e prendendo
messer Giambertaldo la 'nsegna del Comune di Firenze, e richeggendo i cavalieri
di Firenze che v'erano di tutte le case guelfe, ch'alcuno di loro la prendesse,
e nullo si movea a prenderla, o per viltà o per gara l'uno dell'altro, e stato
gran pezza alla contesa, messer Aldobrandino della casa de' Pazzi francamente
si trasse avanti e disse: “Io la rendo a l'onore d'Iddio, e di vittoria del
nostro Comune”; onde fu molto comendato in franchezza, e incontanente mosse, e
tutta la cavalleria seguendolo, e francamente percosse alla schiera de' Sanesi;
e tutto che non fosse tenuta troppo savia e proveduta capitaneria di guerra,
come ardita e franca gente, bene aventurosamente, come piacque a·dDio, ruppono
e sconfissono i Sanesi e loro amistà, ch'erano quasi due cotanti cavalieri e
popolo grandissimo, onde molti ne furono morti e presi; e se dalla parte de'
Fiorentini fossono giunti e stati alla battaglia i loro pedoni, non ne campava
quasi niuno de' Sanesi. Il conte Guido Novello si fuggì, e messer Provenzano
Salvani signore e guidatore dell'oste de' Sanesi fu preso, e tagliatogli il
capo, e per tutto il campo portato fitto in su una lancia. E bene s'adempié la
profezia e revelazione che gli avea fatta il diavolo per via d'incantesimo, ma
no·lla intese; ch'avendolo fatto costrignere per sapere come capiterebbe in
quella oste, mendacemente rispuose, e disse: “Anderai e combatterai, vincerai
non, morrai alla battaglia, e la tua testa fia la più alta del campo”; e egli
credendo avere la vittoria per quelle parole, e credendo rimanere signore sopra
tutti, non fece il punto alla fallace, ove disse: “Vincerai no, morrai etc.”; e
però è grande follia a credere a sì fatto consiglio come quello del diavolo.
Questo messer Provenzano fu grande uomo in Siena al suo tempo dopo la vittoria
ch'ebbono a Monte Aperti, e guidava tutta la città, e tutta parte ghibellina di
Toscana facea capo di lui, e era molto presentuoso di sua volontà. In questa
battaglia si portò il detto messere Giambertardo come valente signore in
pugnare contro a' nimici, e simigliantemente la sua gente, e tutti Guelfi di
Firenze, faccendo grande uccisione de' nimici per vendetta di loro parenti e
amici che rimasono alla sconfitta a Monte Aperti; quasi nullo o pochi ne
menarono a pregioni, ma gli misono a morte e alle spade; onde la città di
Siena, a comparazione del suo popolo, ricevette maggiore danno de' suoi
cittadini in questa sconfitta, che non fece Firenze a quella di Monte Aperti, e
lasciarvi tutto il loro arnese. Per la qual cosa, poco tempo appresso, i
Fiorentini rimisono in Siena i Guelfi usciti, e cacciarne i Ghibellini, e
pacificarsi l'uno Comune coll'altro, rimagnendo poi sempre amici e compagni. E
in questo modo ebbe fine la guerra tra' Fiorentini e' Sanesi, che tanto tempo
era durata.
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