XLVI
D'uno grande miracolo ch'avenne in Baldacca e Mansul oltremare.
Negli anni di Cristo MCLXXV avenne uno grande e bello miracolo, del quale
è bene da farne menzione in questa nostra opera, in adificazione della nostra
santa fede. Egli era in que' tempi uno califfo de' Saracini in Baldacca e 'n
Mansul, molto savio e litterato, e nimico e persecutore de' Cristiani, che in
quello paese n'avea assai; e trovando egli per lo Vangelo di santo Matteo, ove
Cristo disse a' suoi discepoli che chi avesse tanta fede quant'uno granello di
senape, e nel suo nome comandasse a uno monte si levasse di suo luogo e si
ponesse altrove, sì il farebbe essere; trovando questo argomento, per
confondere i Cristiani, sì richiese i vescovi e' caporali de' Cristiani, e mostrò
loro il detto Vangelio, e se 'l volessono aprovare, tutti dissono di sì. Allora
comandò loro che “infra X dì voi comandiate a uno grande monte ch'era in quello
luogo si levasse e si riponesse in altra parte, e se ciò non farete, voi sete
sanza fede al vostro Iddio, e falsi Cristiani, e voglio che rinneghiate Cristo
e facciatevi Saracini, e se non, sì vi farò tutti morire di mala morte”.
Ricevuto l'aspro e crudele comandamento, non sapeano che·ssi dire né che·ssi
fare, ma con grandi pianti e dolori, come gente giudicata a morte, ricorsono
alla misericordia d'lddio, e alla penitenzia, digiuni, e orazioni di dì e di
notte. Infra quegli giorni più volte venne in visione a uno santo vescovo che
uno povero ciabattiere, che aveva pure uno occhio, gli doveva liberare:
manifestollo al popolo, e cercossi del ciabattiere, e trovossi; il quale era
uomo di santa vita, e ciò ch'egli avanzava di sua povera arte, fornita
miseramente sua vita, dava per Dio a' poveri, e l'occhio ch'egli avea meno
perdé, che calzando una bella Cristiana gli venne tentazione di carnalità, onde
si scandalizzò molto, e ricordandosi del Vangelio di Cristo, ove disse: “Se 'l
tuo occhio ti scandalizza, sì il ritrai”, ed egli prendendo il semplice della
lettera, con una lesina si punse l'occhio, onde il perdé. E venuto il termine
del comandamento del calif, furono raunati tutti i Cristiani, uomini e femmine
e fanciulli, colle croci innanzi, nel piano dov'era al di sopra il detto monte,
i quali erano in quantità di più di Cm, co' Saracini e Turchi armati intorno a
cavallo e a piè per distruggergli. Richiesto il ciabattiere di fare il priego
a·dDio, si disdicea come indegno e peccatore; ma per la piatà e pianto del
popolo s'inginocchiò, e disse in piagnendo: “Signore Idio onipotente. io ti
priego che tu facci grazia e misericordia a questo tuo popolo, e mostri a
questi miscredenti la virtù del tuo figliuolo Iesù Cristo, e dimostri visibile
miracolo, acciò che sia glorificato il tuo santo nome”; e ciò detto, comandò al
monte che per la virtù di Cristo si dovesse mutare, il quale con grandi
tremuoti, e spaventevole tempo di tuoni e baleni e venti, si mosse, e si
ripuose ove fu comandato; onde il detto popolo cristiano con grande letizia
furono liberi, ringraziando e magnificando Iddio. Per lo quale visibile
miracolo molti de' Saracini si feciono Cristiani, e 'l califfo medesimo al
segreto; e quando venne a morte gli si trovò la santa croce a collo, e vivuto
dopo il miracolo in santa vita.
Lasceremo de' fatti d'oltremare, e torneremo a quegli d'Italia.
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