LVI
Come il cardinale Latino per mandato del papa fece la pace tra' Guelfi
e' Ghibellini di Firenze, e tutte l'altre della città.
In questi tempi i grandi Guelfi di Firenze riposati delle guerre di fuori
con vittorie e onori, e ingrassati sopra i beni de' Ghibellini usciti, e per
altri loro procacci, per superbia e invidia cominciarono a riottare tra·lloro,
onde nacquero in Firenze più brighe e nimistadi tra' cittadini, mortali, e di
fedite. Intra l'altre maggiori era la briga tra·lla casa degli Adimari dall'una
parte, ch'erano molto grandi e possenti, e dall'altra parte i Tosinghi, e la
casa de' Donati, e quella de' Pazzi legati insieme contro agli Adimari, per
modo che quasi tutta la città n'era partita, e chi tenea coll'una parte e chi
coll'altra; onde la città e parte guelfa n'era in grande pericolo. Per la qual
cosa il Comune e' capitani della parte guelfa mandarono loro ambasciadori
solenni a corte a papa Niccola, che mettesse consiglio e 'l suo aiuto a
pacificare i Guelfi di Firenze insieme; se non, parte guelfa si dovidea, e
cacciava l'uno l'altro. E per simile modo gli usciti ghibellini di Firenze
mandarono loro ambasciadori al detto papa e pregarlo e richiederlo ch'egli
mettesse a seguizione la sentenzia della pace data per papa Ghirigoro nono
tra·lloro e' Guelfi di Firenze. Per le sopradette cagioni il detto papa provide
e confermò la detta sentenzia, e ordinò paciato e legato e commise le dette
questioni a frate Latino cardinale, ch'era in Romagna per la Chiesa, uomo di
grande autorità e scienza, e grande apo il papa, il quale per lo mandamento del
papa si partì di Romagna, e giunse in Firenze con CCC cavalieri della Chiesa a
dì VIII del mese d'ottobre, gli anni di Cristo MCCLXXVIIII, e da' i Fiorentini
e dal chericato fu ricevuto a grande onore e processione, andandogli incontro
il carroccio, e molti armeggiatori; e poi il detto legato il dì di santo Luca
Vangelista, nel detto anno e mese, fondò e benedisse la prima pietra della
nuova chiesa di Santa Maria Novella de' frati predicatori, ond'egli era frate;
e in quello luogo de' frati trattò e ordinò generalmente le paci tra tutti i
cittadini, Guelfi con Guelfi, e poi da' Guelfi a' Ghibellini. E la prima fu tra
gli Uberti e' Bondelmonti (e fu la terza pace), salvo che' figliuoli di messer
Rinieri Zingane de' Bondelmonti no·llo assentiro, e furono scomunicati per lo
legato, e isbanditi per lo Comune. Ma per loro non si lasciò la pace; che poi
il legato bene aventurosamente del mese di febbraio vegnente, congregato il
popolo di Firenze a parlamento nella piazza vecchia della detta chiesa, tutta
coperta di pezze, e con grandi pergami di legname, in su' quali era il detto
cardinale, e più vescovi, e prelati, e cherici, e religiosi, e podestà, e
capitano, e tutti i consiglieri, e gli ordini di Firenze, e in quello per lo
detto legato sermonato nobilemente e con grandi e molte belle autoritadi, come
alla materia si convenia, sì come quegli ch'era savio e bello predicatore; e
ciò fatto, sì fece basciare in bocca i sindachi ordinati per gli Guelfi e per
gli Ghibellini, pace faccendo con grande allegrezza per tutti i cittadini; e
furono CL per parte. E in quello luogo presentemente diede sentenzia de' modi,
e de' patti, e condizioni che si dovessono oservare intra l'una parte e
l'altra, fermando la detta pace con solenni e vallate carte, e con molti idonei
mallevadori. E d'allora innanzi poterono tornare e tornarono i Ghibellini in
Firenze e le loro famiglie, e furono cancellati d'ogni bando e condannagione; e
furono arsi tutti i libri delle condannagioni e bandi ch'erano in camera; e
detti Ghibellini riebbono i loro beni e possessioni, salvo che alquanti de' più
principali fu ordinato per più sicurtà della terra che certo tempo stessono a
confini. E ciò fatto per lo legato cardinale, fece fare le singulari paci de'
cittadini; e la prima fu quella ond'era la maggiore discordia, cioè tra gli
Adimari e' Tosinghi, e' Pazzi e' Donati, faccendo più parentadi insieme; e per
simile modo si feciono tutte quelle di Firenze e del contado, quali per volontà
e quali per la forza del Comune, datane sentenzia per lo cardinale con buoni
sodamenti e mallevadori; delle quali paci il detto legato ebbe grande onore, e
quasi tutte s'osservarono, e la città di Firenze ne dimorò buono tempo in
pacifico e buono e tranquillo stato. E fece e ordinò il detto legato al
governamento comune della città XIIII buoni uomini grandi e popolani, che gli
VIII erano Guelfi e VI Ghibellini, e durava il loro uficio di due in due mesi
con certo ordine di loro elezione; e raunavansi in su la casa della Badia di
Firenze sopra la porta che va a Santa Margherita, e tornavansi a dormire e a
desinare alle loro case. E ciò fatto, il detto cardinale Latino con grande
onore si tornò in Romagna alla sua legazione. Lasceremo alquanto de' fatti di
Firenze, e diremo d'altre novità ch'avennero in questi tempi, e spezialmente
della rubellazione dell'isola di Cicilia al re Carlo, la quale fu notabile e
grande, onde poi seguì molto male, e fu quasi cosa maravigliosa e impossibile,
e però la tratteremo più distesamente.
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