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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo primo
    • Libro ottavo
      • LXIII     Come quegli di Palermo e gli altri Ciciliani mandarono a papa Martino loro ambasciadori.
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LXIII

 

 

Come quegli di Palermo e gli altri Ciciliani mandarono a papa Martino loro ambasciadori.

 

In questo tempo, parendo a quegli di Palermo e agli altri Ciciliani avere mal fatto, e sentendo l'apparecchiamento che il re Carlo facea per venire sopra loro, sì mandarono loro ambasciadori frati e religiosi a papa Martino, dimandandogli misericordia, proponendo in loro ambasciata solamente: “Agnus Dei qui tollis peccata mundi, miserere nobis; Agnus Dei qui tollis peccata mundi, miserere nobis; Agnus Dei qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem”. E il papa in pieno concestoro fece loro questa risposta, sanza altre parole, che questo è scritto nel Passio Domini: “Ave rex Iudeorum, et dabant ei alapam. Ave rex Iudearum, et dabant ei alapam. Ave rex Iudeorum, et dabant ei alapam”. Onde si partirono molto sconsolati.

 




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