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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo primo
    • Libro ottavo
      • LXVII     Come si ruppe il trattato dell'acordo ch'avea menato il legato dal re Carlo a' Messinesi.
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LXVII

 

 

Come si ruppe il trattato dell'acordo ch'avea menato il legato dal re Carlo a' Messinesi.

 

Come i lettori di Messina ebbono l'acerba risposta dal legato, che lo re avea fatta al suo camerlingo, i detti XXX buoni uomini raunarono il popolo, e feciolla loro manifesta, onde tutti come disperati gridando: “In prima mangiamo i nostri figliuoli, che a questi patti ci arendiamo; che ciascuno di noi sarebbe di quegli VIIIc ch'egli domanda: innanzi volemo tutti morire dentro alla città nostra, colle mogli nostre e co' figliuoli, ch'andare morendo per tormenti e pregioni in istrani paesi”. Come il legato vide i Missinesi così male disposti a rendersi a lo re Carlo, fu molto cruccioso, e innanzi si partisse gli pronunziò scomunicati e interdetti, e comandò a tutti i cherici che infra 'l terzo si dovessono partire della terra, e protestò al Comune che infra i XL dovessono mandare per sofficiente sindaco a comparire dinanzi al papa, e ubbidire e udire sentenzia, e partissi della terra molto turbato.

 




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