LXIX
Come lo re Piero d'Araona si partì di Catalogna e venne in Cicilia, e
come fu fatto e coronato re da' Ciciliani.
Nel detto anno MCCLXXXII, del mese di luglio, lo re Piero d'Araona colla
sua armata si partì di Catalogna, e furono L galee e con VIIIc cavalieri e
altri legni di carico assai, della quale armata fece suo amiraglio uno valente
cavaliere di Calavra, ribello del re Carlo, il quale avea nome messer Ruggieri
di Loria, e arrivò in Barberia nel reame di Tunisi, e a la infinta si puose ad
assedio ad una terra che·ssi chiamava Ancalle per attendere novelle di Cicilia,
e a quella diede alcuna battaglia, e stettonvi XV giorni. E in quella stanza,
sì come era ordinato, vennero a·llui con messer Gianni di Procita ambasciadori
di Messina e sindachi con pieno mandato di tutte le terre di Cicilia, a
pregarlo ch'egli prendesse la signoria, e s'avacciasse di venire nell'isola per
soccorrere la città di Messina, la quale dal re Carlo e da sua oste era molto
stretta. Lo re Piero udendo la gente e la potenza del re Carlo, e che la sua a
comparazione era niente, alquanto temette; ma per lo conforto e consiglio di
messer Gianni, e veggendo che tutta l'isola era per fare le sue comandamenta, e
aveano tanto misfatto al re Carlo, che di loro si potea bene sicurare, sì
rispuose ch'egli era apparecchiato del venire e del soccorrere Messina. E
incontanente si levò da oste da Ancolle, e ricolsesi a galee, e misesi in mare,
e arrivò alla città di Trapali all'entrante d'agosto. E come giunse a Trapali,
per messere Gianni di Procita e per gli altri baroni di Cicilia fu consigliato
che sanza soggiorno cavalcasse a Palermo, e 'l navilio mandasse per mare; e a
Palermo saputo novelle dell'oste del re Carlo e dello stato di Messina,
prenderebbono consiglio. E così fu fatto, che a dì X d'agosto lo re Piero
giunse nella città di Palermo, e da' Palermitani fu ricevuto a grande onore e
processione sì come loro signore, e credendo scampare da morte per lo suo
aiuto; e a grido di popolo il feciono loro re, salvo che non fu coronato per
l'arcivescovo di Monreale, come si costumava per gli altri re, però che s'era
partito e itosene al papa; ma coronollo il vescovo di Cefalù d'una picciola
terra di Cicilia, ch'era rubello del re Carlo.
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