LXXXIII
Come il re d'Erminia con grande gente di Tarteri fu sconfitto alla
Cammella in Soria dal soldano d'Egitto.
Nel detto anno MCCLXXXII, lo re d'Erminia essendo andato al grande Cane
de' Tartari per soccorso e aiuto contro a' Saracini loro nemici, li diede uno
suo nipote, ch'ave' nome Mangodamor, con XXXm Tarteri a cavallo, il quale venne
in Soria col detto re d'Erminia, ove s'accozzarono co' Cristiani dinanzi alla
città de Hames, detta oggi la Camelle, ov'era ad assedio il soldano d'Egitto
con grandissimo esercito di Saracini. E congiunte le dette osti, grande e
pericolosa battaglia fu tra l'una parte e l'altra; ed avendo a la prima i
Cristiani co' Tartari insieme quasi la vittoria sopra i Saracini, il detto
Mangodamor, corrotto per danari da' Saracini, usò tradimento contro a'
Cristiani in questo modo: che quand'elli vide che' Saracini erano messi in
isconfitta, Mangodamor capitano de' Tartari ismontò da cavallo, onde tutti i
suoi Tartari, com'è loro usanza, ismontarono quando vidono ismontato loro
signore; per la qual cosa il soldano, com'era ordinato, raccolse sue genti, e
ricoverò il campo, e sconfisse i Cristiani con grandissimo danno di loro, e
tutte le terre della Soria ch'avea perdute si riprese. Ma tornando i Tartari
che scamparono di quella sconfitta ad Abaga gran Cane, tutti i caporali fece
uccidere, e agli altri comandò che sempre andassono vestiti come femmine per
loro dirisione, e così feciono a sua vita.
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