LXXXIX
Come ne la città di Firenze si fece una nobile corte e festa, vestiti
tutti di robe bianche.
Nell'anno appresso MCCLXXXIII, del mese di giugno, per la festa di santo
Giovanni, essendo la città di Firenze in felice e buono stato di riposo, e
tranquillo e pacifico stato, e utile per li mercatanti e artefici, e
massimamente per gli Guelfi che signoreggiavano la terra, si fece nella
contrada di Santa Felicita Oltrarno, onde furono capo e cominciatori quegli
della casa de' Rossi co·lloro vicinanze, una compagnia e brigata di M uomini o
più, tutti vestiti di robe bianche, con uno signore detto dell'Amore. Per la
qual brigata non s'intendea se non in giuochi, e in sollazzi, e in balli di
donne e di cavalieri e d'altri popolani, andando per la terra con trombe e
diversi stormenti in gioia e allegrezza, e stando in conviti insieme, in
desinari e in cene. La qual corte durò presso a due mesi, e fu la più nobile e
nominata che mai fosse nella città di Firenze o in Toscana; alla quale vennero
di diverse parti molti gentili uomini di corte e giocolari, e tutti furono
ricevuti e proveduti onorevolemente. E nota che ne' detti tempi la città di
Firenze e' suoi cittadini fu nel più felice stato che mai fosse, e durò insino
agli anni MCCLXXXIIII, che si cominciò la divisione tra 'l popolo e' grandi,
appresso tra' Bianchi e' Neri. E ne' detti tempi avea in Firenze da CCC
cavalieri di corredo e molte brigate di cavalieri e di donzelli, che sera e mattina
metteano tavola con molti uomini di corte, donando per le pasque molte robe
vaie; onde di Lombardia e di tutta Italia traeano a·fFirenze i buffoni e uomini
di corte, e erano bene veduti, e non passava per Firenze niuno forestiere,
persona nominato o d'onore, che a gara erano fatti invitare dalle dette
brigate, e accompagnati a cavallo per la città e di fuori, come avesse bisogno.
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