XCIII
Come Carlo prenze di Salerno fu sconfitto e preso in mare da Ruggieri
di Loria coll'armata de' Ciciliani.
Negli anni di Cristo MCCLXXXIIII, a dì V del mese di giugno, messer
Ruggieri di Loria amiraglio del re d'Araona venne di Cicilia con XLV tra galee
e legni armati di Ciciliani e Catalani nelle parti di Principato, facendo
guerra e grande danno alla gente del re Carlo; e il sopradetto dì venne nel
porto di Napoli colla detta armata gridando e dicendo grandi spregi del re
Carlo e di sue genti, e domandando battaglia, e saettando nella terra. E ciò
facie il detto Ruggieri di Loria per trarre il prenze e sue genti a battaglia,
come quegli ch'era il più savio amiraglio di guerra di mare ch'allora fosse al
mondo, e sapea per sue saettie che il re Carlo colla sua grande armata venia di
Proenza, e già era nel mare di Pisa, sicché s'affrettava o di trarreli a
battaglia, o di partirsi e tornare in Cicilia, acciò che il re Carlo nol
sopraprendesse. Avenne, come piacque a·dDio, che 'l prenze figliuolo del re
Carlo ch'era in Napoli con tutta la sua baronia, Franceschi, e Provenzali, e
del Regno, veggendosi così oltraggiare da' Ciciliani e Catalani, a furia sanza
ordine o provedimento montarono in galee, così i cavalieri come le genti di
mare in compagnia del prenze, eziandio contro al comandamento spresso che il re
Carlo avea fatto al figliuolo, che per niuno caso che incorresse si mettesse a
battaglia infino alla sua venuta. E così disubidiente e male ordinato si mise
con XXXV galee e più altri legni con tutta la sua cavalleria alla battaglia
fuori del porto di sopra a Napoli. Ruggieri di Loria maestro di guerra percosse
colle sue galee vigorosamente, amonendo i suoi che non intendessono a niuna
caccia, ma lasciassono fuggire chi volesse, ma solamente attendessono alla
galea dello stendale, ov'era la persona del prenze con molti baroni, e così fu
fatto; ché come le dette armate galee si percossono insieme, più galee di
quegli di Principato, e spezialmente quelle di Surrenti, sì diedono la volta e
tornaronsi a Surrenti, e per simile modo feciono grande parte delle galee di
Principato. Il prenze rimaso alla battaglia colla metà delle sue galee,
ov'erano i baroni e' cavalieri, che di battaglia di mare s'intendeano poco,
tosto furono isconfitti e presi con VIIII delle loro galee; e il prenze Carlo
in persona con molta baronia furono presi e menati in Cicilia, e furono messi
in pregione in Messina nel castello di Mattagrifone. E avenne, come fu fatta la
detta sconfitta e preso il prenze, che quelli di Surrenti mandarono una loro
galea co·lloro ambasciadori a Ruggieri di Loria con IIII cofani pieni di fichi
fiori, i quali egli chiamavano palombole, e con CC agostari d'oro per
presentare al detto amiraglio; e giugnendo a la galea ov'era preso il prenze,
veggendolo riccamente armato e con molta gente intorno, credettono che fosse
messer Ruggieri di Loria, sì gli si inginocchiarono a' piedi, e feciongli il
detto presente, dicendo: “Messer l'amiraglio, come ti piace, da parte del tuo
Comune da Sorrenti ilocati quissi palombola, e stipati quissi agostari per uno
taglio di calze: e plazesse a·dDeo com'hai preso lo figlio avessi lo patre; e
sacci che fuimo li primi che boltaimo”. Il prenze Carlo con tutto il suo
dammaggio cominciò a ridere, e disse all'amiraglio: “Per le san Dio, che sont
bien fetable a monsignor le roi!”. Questo avemo messo in nota per la poca fede
ch'hanno quegli del Regno al loro signore.
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