IX
Come Italo e Dardano vennero a concordia a cui dovesse rimanere la
città di Fiesole e il regno d'Italia.
Morto il re Attalante nella città di Fiesole, rimasero apresso di lui
signori Italo e Dardano suoi figliuoli; e essendo ciascuno di loro signori di
grande coraggio, e che ciascuno per sé era degno di signoreggiare il regno
d'Italia, sì vennero tra·lloro in questa concordia, che dovessero andare con
loro sacrificii a sacrificare il loro Idio alto Marti, il quale adoravano. E
fatti i sacrificii, il domandarono quale di loro dovesse rimanere signore in
Fiesole, e quale di loro dovesse andare a conquistare altri paesi e reami. Dal
quale idolo ebbono risposto, o per commessione divina o per artificio
diabolico, che Dardano dovesse andare a conquistare altre terre e paesi, e
Italo dovesse rimanere in Fiesole e nel paese d'Italia. Al quale comandamento e
risponso così aseguiro, che Italo rimase nella signoria; e di lui nacquero
grandi signori che apresso di lui signoreggiaro non solamente la città di
Fiesole e la provincia intorno, ma quasi tutta Italia, e molte città
v'edificaro; e la detta città di Fiesole montò in grande potenzia e signoria,
infino che·lla grande città di Roma nonn-ebbe stato e signoria. E con tutta la
grande potenzia di Roma, sempre le fu la città di Fiesole nemica e ribella,
infino che per gli Romani non fu disfatta, come innanzi farà menzione la vera storia.
Lasceremo di più dire al presente di Fiesolani, ch'a luogo e tempo torneremo
alla storia, e seguiremo come Dardano si partì di Fiesole, e fu il primo
edificatore della grande città di Troia, e l'origine de' re di Troiani, ed
eziandio di Romani.
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