CIII
Come lo re d'Araona fu sconfitto e fedito da' Franceschi, della quale
fedita poi morìo.
Istando lo re di Francia all'assedio di Gironda, la vittuaglia e
fornimento dell'oste gli venia dal suo navilio dal porto di Roses, presso
all'oste a IIII miglia. Lo re Piero d'Araona con sua gente impediva quanto
potea la scorta che conducea la vittuaglia, e convenia che e' Franceschi la
guidassono con molta gente e con grande fatica. Avenne che·lla vilia di santa
Maria d'agosto lo re d'Araona s'era messo in aguato con Vc de' migliori de'
suoi cavalieri e con MM mugaveri a piè per impedire la scorta del re di
Francia, e ancora si dicea che in quella scorta venia la paga della gente del
re di Francia, e però lo re d'Araona in persona si mise nell'aguato: fu
rapportato per una spia a messer Raul di Rasi e a messer Gian d'Ericorte
conastabole e maliscalco dell'oste del re di Francia. I detti ebboro loro
consiglio, e co' migliori cavalieri dell'oste, per andare a combattere col
detto aguato, e ragionando d'andarvi grossi di gente, erano certi che 'l re d'Araona
né sua gente non uscirebbono a battaglia, com'altre volte non avea fatto se non
a suo vantaggio. Ma disse messer Raul di Rois valente cavaliere: “Se noi volemo
essere valenti uomini, e trarrelo a battaglia, andianvi con poca gente, sì che
gli paia avere buono mercato di noi”. E così fu fatto; ch'eglino presono il
conte della Marcia e de' più eletti baroni e baccellieri d'arme che fossono in
tutta l'oste, infino in quantità di IIIc cavalieri sanza più, e misonsi contro
l'aguato. Lo re d'Araona veggendo che non erano maggior quantità, e egli avea
gente troppa più di loro, lasciando i pedoni s'affrettò di fedire co' suoi
cavalieri, e si mise alla battaglia, la quale fu dura e aspra, sì come di tanti
eletti e provati cavalieri. Alla fine, come piacque a·dDio, i Franceschi
sconfissono il re d'Araona, e egli fu fedito duramente nel viso d'una lancia, e
fu ritenuto e preso per le redine di suo cavallo. Il detto re con tutta la
fedita ch'avea, fu accorto, e colla spada tagliò le redine al suo cavallo, e
diegli degli sproni, e uscì della pressa, e fuggì con sua gente; alla quale
battaglia rimasono morti da C buoni cavalieri araonesi e catalani, e molti
fediti. Lo re Piero tornato a Villafranca, non abbiendo buona cura della sua
fedita, e per alcuno si disse ch'egli giacque carnalmente con una donna non
essendo salda né guerita la piaga, onde poco appresso ne morìo, a dì VIIII del
mese di novembre, gli anni di Cristo MCCLXXXV, e fu soppellito in Barzellona
nobilemente. Ma innanzi ch'egli morisse raquistò Gironda, come appresso faremo
menzione, e fece suo testamento, e lasciò che l'isola di Maiolica fosse renduta
al re Giamo suo fratello, e lasciò re d'Araona Nanfus suo primogenito
figliuolo, e Giacomo suo secondo figliuolo re di Cicilia, con tutto che 'l
detto Nanfus vivette poco, e succedette il reame al suo fratello re Giamo. Il
sopradetto Piero re d'Araona fu valente signore e pro' in arme, e bene
aventuroso e savio, e ridottalo da' Cristiani, e da' Saracini altrettanto o
più, come nullo che regnasse al suo tempo.
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