CXXVIII
Come i Pisani feciono loro capitano il conte da Montefeltro, e come
feciono morire di fame il conte Ugolino e' figliuoli e' nipoti.
Nel detto anno MCCLXXXVIII, del detto mese di marzo, riscaldandosi le
guerre di Toscana tra' Guelfi e' Ghibellini, per la guerra cominciata de'
Fiorentini e Sanesi agli Aretini, e de' Fiorentini e Lucchesi a' Pisani, i
Pisani elessono per loro capitano di guerra il conte Guido di Montefeltro,
dandogli grande giuridizione e signoria; il quale ruppe i confini ch'avea per
la Chiesa, e partissi di Piemonte, e venne in Pisa; per la qual cosa egli e'
suoi figliuoli e famiglia, e tutto il Comune di Pisa, dalla Chiesa di Roma
furono scomunicati, siccome ribelli e nimici di santa Chiesa. E giunto il detto
conte in Pisa del detto mese di marzo, i Pisani, i quali aveano messo in
pregione il conte Ugolino e due suoi figliuoli, e due figliuoli del conte
Guelfo suo figliuolo, siccome addietro facemmo menzione, in una torre in su la
piazza degli anziani, feciono chiavare la porta della detta torre, e le chiavi
gittare in Arno, e vietare a' detti pregioni ogni vivanda, gli quali in pochi
giorni vi morirono di fame. Ma prima domandando con grida il detto conte
penitenzia, non gli concedettono frate o prete che 'l confessasse. E tratti
tutti e cinque insieme morti della detta torre, vilmente furono sotterrati; e
d'allora innanzi la detta carcere fu chiamata la torre della fame, e sarà
sempre. Di questa crudeltà furono i Pisani per l'universo mondo, ove si seppe,
forte biasimati, non tanto per lo conte, che per gli suoi difetti e tradimenti
era per aventura degno di sì fatta morte, ma per gli figliuoli e nipoti,
ch'erano giovani garzoni e innocenti; e questo peccato commesso per gli Pisani
non rimase impunito, siccome per gli tempi innanzi si potrà trovare. Lasceremo
alquanto de' fatti di Firenze e di Toscana, e diremo d'altre novità ch'a' detti
tempi apparirono, e furono per l'universo mondo.
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