CXXXIII
D'una fiera e aspra battaglia la quale fu tra 'l duca di Brabante e 'l
conte di Luzzimborgo
Nel detto tempo e mese di giugno, essendo nata una grande discordia tra
'l duca di Brabante e il conte di Luzzimborgo per cagione del ducato di Lamborgo
il quale era vacato, e ciascuno de' detti signori vi cusava ragione; il conte
di Luzzimborgo, perch'era stato di genti di suo lignaggio, e co·llui tenea
l'arcivescovo di Cologna e più altri signori, e 'l duca di Brabante vi cusava
ragione per retaggio di donna. E per questa tenza sì nacque tra·lloro gaggio di
battaglia, e ciascheduno fece sua raunata, la quale fu per la parte del duca di
Brabante di MD cavalieri, de' migliori che fossono in Brabante, in Fiandra, e
in Analdo, e di Francia. E d'altra parte il conte di Luzzimborgo fu con MCCC
cavalieri, de' migliori e de' più rinnomati di Valdelreno e d'Alamagna. E
raccozzate le due osti tra il fiume del Reno e quello della Mosa nel luogo
detto Avurone, sanza niuno pedone d'arme ch'a piè fosse, si cominciò la detta
battaglia, e fu sì aspra e sì crudele, che durò dalla mattina al sole levante
infino al coricare del sole; però che a modo di torniamento si ruppono e si
rallegarono più volte il giorno, non possendosi giudicare chi avesse il
peggiore. Alla fine fu sconfitto il conte di Luzzimborgo per la buona
cavalleria che messer Gottifredi di Brabante fratello del duca avea menata di
Francia, che vi fu il conastabole, e 'l maliscalco, e altri grandi baroni di
Francia, con tutto il fiore de' baccellieri d'arme del reame, i quali v'erano
venuti co·llui a priego della reina Maria, moglie che fu del re Filippo di
Francia, e serocchia del detto duca e di messer Gottifredi di Brabante. E
rimasono in sul campo morti, che d'una parte e che d'altra, Vc e più de' migliori
cavalieri del mondo; ma i più della parte del conte di Luzzimborgo; ch'egli con
tre suoi fratelli carnali vi rimasono morti, e il conte di Ghelleri, e quello
di Les, e più altri baroni del Reno e d'Alamagna, e in grande quantità presi,
che per la fierezza de' buoni cavalieri nullo quasi fuggì di campo, onde bene
n'è da·ffare notevole memoria, però che appena si truova di tanta poca gente, a
comparazione, sì aspra battaglia come fu quella. Per la quale vittoria il duca
di Brabante e suo paese montò in grande fama di buona cavalleria e di grande
stato, e conquistò il ducato di Lamborgo ond'era la quistione; e d'allora
innanzi il duca di Brabante acrebbe la sua arme, e fecela a quartieri: l'uno il
campo nero e leone ad oro, cioè l'arme del duca di Brabante; l'altro il campo
ad argento e leone vermiglio per la ducea di Lamborgo. Ma poi pace faccendo, e
per non esser disertato, Arrigo, giovane fanciullo rimaso del conte di
Luzzimborgo, per consiglio de' parenti e amici tolse per moglie la figliuola
del duca di Brabante. Questo Arrigo crebbe poi in tante virtù e valore, che fu
imperadore di Roma, come innanzi al suo tempo la nostra cronica farà menzione.
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