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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo primo
    • Libro ottavo
      • CXLVIII     Come i Pisani ripresono il castello del Ponte ad Era.
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CXLVIII

 

 

Come i Pisani ripresono il castello del Ponte ad Era.

 

Nel detto anno, la notte di domenica, a XXIII di dicembre, il conte Guido da Montefeltro signore in Pisa, sentendo che 'l castello del Ponte ad Era era male guardato, e molti de' fanti venutisenefFirenze a pasquare, e per trattato del conte, con certi terrazzani del detto castello del Ponte ad Era, il quale teneano i Fiorentini, venne con suo isforzo a quello, il quale era molto forte di mura e di spesse torri, e con larghi fossi pieni d'acqua, e datali la salita d'una delle torri, con navicelle per loro recate passati i gran fossi, e con iscale di funi salirono in su le mura, e per difalta di mala guardia, e dissesi per alcuni per baratteria de' castellani, che non vi teneano la gente ond'erano pagati, il detto castello male difeso fu preso per gli Pisani, e morti i castellani e tutta loro compagnia, che v'erano da L fanti, che doveano esser CL. E' castellani, l'uno era di casa i Rossi, messere Guido Bigherelli che fu preso, e 'l Bingota suo nipote morto, e Nerino de' Tizzoni; e così la loro avarizia, se in ciò peccarono, gli fece morire con vergogna del Comune di Firenze ch'era il più forte castello d'Italia che fosse in piano. E in quello tempo i Pisani feciono rubellare a' Samminiatesi il castello di Vignale in Camporena, onde v'andarono ad oste le tre sestora de' cavalieri di Firenze, con molto popolo, gittandovi difici. Alla fine non potendosi più tenere, e non avendo soccorso da' Pisani, una notte ch'era una grande fortuna di tempo, se n'uscirono quegli del castello sani e salvi per mezza l'oste de' Fiorentini, onde a quegli che v'erano fu recato a grande vergogna. Per la qual cosa s'ordinò in Firenze generale oste sopra Pisa, e diedonsi le 'nsegne, e messer Corso Donati ebbe la reale; ma qual si fosse la cagione, non seguì, onde in Firenze n'ebbe grande ripitio, dicendosi che certi grandi n'aveano avuti danari da' Pisani; per la qual cosa, e sollecitudine di messer Vieri de' Cerchi allora capitano di parte, si rifece la detta oste, e andossi insino a Castello del Bosco, e attendati, venne in VIII continui tanta pioggia, che per necessità si ritornò la della oste addietro, e appena si poterono ricogliere e stendere.

 




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