CXLIX
Come la città di Forlì in Romagna fu presa per Maghinardo da Susinana.
Nel detto anno, essendo tutta la contea di Romagna all'obedienza di santa
Chiesa sotto la guardia del vescovo d'Arezzo che n'era conte per lo papa,
Maghinardo da Susinana con certi gentili e grandi uomini di Romagna per furto
presono la città di Forlì, e in quella presono il conte Aghinolfo da Romena co'
figliuoli, il quale era fratello del detto conte e vescovo d'Arezzo, e assediò
il detto conte e vescovo in Cesena, onde surse grande guerra in Romagna. Il
detto Maghinardo fu uno grande e savio tiranno, e dalla contrada tra Casentino
e Romagna grande castellano, e con molti fedeli; savio fu di guerra e bene
aventuroso in più battaglie, e al suo tempo fece grandi cose. Ghibellino era di
sua nazione e in sue opere, ma co' Fiorentini era Guelfo e nimico di tutti i
loro nimici, o Guelfi o Ghibellini che fossono; e in ogni oste e battaglia che'
Fiorentini facessono, mentre fu in vita, fu con sua gente a·lloro servigio, e
capitano; e ciò fu, che morto il padre, che Piero Pagano avea nome, grande
gentile uomo, rimanendo il detto Maghinardo piccolo fanciullo e con molti
nimici, conti Guidi, e Ubaldini, e altri signori di Romagna, il detto suo padre
il lasciò alla guardia e tuteria del popolo e Comune di Firenze, lui e le sue
terre; dal qual Comune benignamente fu cresciuto, e guardato, e migliorato suo
patrimonio, e per questa cagione era grato e fedelissimo al Comune di Firenze
in ogni sua bisogna.
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