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Giovanni Villani
Nuova cronica

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  • Tomo secondo
    • Libro nono
      • I               Qui comincia il VIIII libro: conta come nella città di Firenze fu fatto il secondo popolo, e più grandi mutazioni che per cagione di quello furono poi in Firenze, seguendo dell'altre novitadi universali che furono in que' tempi.
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Tomo secondo

 

Libro nono

 

I

 

           

Qui comincia il VIIII libro: conta come nella città di Firenze fu fatto il secondo popolo, e più grandi mutazioni che per cagione di quello furono poi in Firenze, seguendo dell'altre novitadi universali che furono in que' tempi.

           

Negli anni di Cristo MCCLXXXXII, in calen di febbraio, essendo la città di Firenze in grande e possente stato e felice in tutte cose, e' cittadini di quella grassi e ricchi, e per soperchio tranquillo, il quale naturalmente genera superbia e novità, sì erano i cittadini tra·lloro invidiosi e insuperbiti, e molti micidii e fedite e oltraggi facea l'uno cittadino all'altro, e massimamente i nobili detti grandi e possenti, contra i popolani e impotenti, così in contado come in città faceano forze e violenze nelle persone e ne' beni altrui, occupando. Per la qual cosa certi buoni uomini mercatanti e artefici di Firenze che voleano bene vivere si pensarono di mettere rimedio e riparo alla detta pestilenzia; e di ciò fu de' caporali intra gli altri uno valente uomo, antico e nobile popolano, e ricco e possente, ch'avea nome Giano della Bella, del popolo di Sa·Martino, con séguito e consiglio d'altri savi e possenti popolani. E faccendosi in Firenze ordine d'arbitrato in correggere gli statuti e le nostre leggi, sì come per gli nostri ordini consueto era di fare per antico, sì ordinarono certe leggi e statuti molto forti e gravi contro a' grandi e possenti che facessono forze o violenze contro a' popolari, radoppiando le pene comuni diversamente, e che fosse tenuto l'uno consorto de' grandi per l'altro, e si potessono provare i malificii per due testimoni di pubblica voce e fama, e che·ssi ritrovassono le ragioni del Comune: e quelle leggi chiamarono gli ordinamenti della giustizia. E acciò che fossono conservati e messi ad esecuzione, sì ordinarono che oltre al novero de' VI priori i quali governavano la città fosse uno gonfaloniere di giustizia di sesto in sesto, mutando di II in II mesi, come si fanno i priori, e sonando le campane a martello, e congregandosi il popolo a dare il gonfalone della giustizia nella chiesa di San Piero Scheraggio, che prima non s'usava. E ordinarono che niuno de' priori potesse essere di casa de' nobili detti grandi, che 'mprima ve n'avea sovente de' buoni uomini mercatanti, tutto fossono de' potenti. E la 'nsegna del detto popolo e gonfalone fu ordinato il campo bianco e la croce vermiglia. E furono eletti M cittadini partiti per sesti con certi banderai per contrade, con L pedoni per bandiera, i quali dovessono essere armati, e ciascuno con soprasberga e scudo della 'nsegna della croce, e trarre ad ogni romore e richesta del gonfaloniere a casa, o a palazzo, de' priori, e per fare esecuzione contro a' grandi; e poi crebbe il numero de' pedoni eletti in MM, e poi in IIIIm. E simile ordine di gente d'arme per lo popolo e colla detta insegna s'ordinò in contado e distretto di Firenze, che·ssi chiamavano le leghe del popolo. E 'l primo de' detti gonfalonieri fu uno Baldo de' Ruffoli di porte del Duomo; e al suo tempo uscì fuori gonfalone con arme a disfare i beni d'uno casato detti Galli di porte Sante Marie, per uno micidio che uno di loro avea fatto nel reame di Francia nella persona d'uno popolano. Questa novità di popolo e mutazione di stato fu molto grande alla città di Firenze, e ebbe poi molte e diverse sequele in male e in bene del nostro Comune, come innanzi per gli tempi faremo menzione. E questa novità e cominciamento del popolo non sarebbe venuta fatta a' popolani per la potenzia de' grandi, se non fosse che in que' tempi i grandi di Firenze non furono tra·lloro in tante brighe e discordie, poi che' Guelfi tornarono in Firenze, com'erano allora ch'egli avea grande guerra tra gli Adimari e' Tosinghi, e tra i Rossi e' Tornaquinci, e tra i Bardi e' Mozzi, e tra i Gherardini e' Manieri, e tra i Cavalcanti e' Bondelmonti, e tra certi de' Bondelmonti e' Giandonati, e tra' Visdomini e' Falconieri, e tra i Bostichi e' Foraboschi, e tra' Foraboschi e' Malispini, e tra' Frescobaldi insieme, e tra la casa de' Donati insieme, e più altri casati.

 




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