VI
Come fu eletto e fatto papa Bonifazio ottavo.
Nel detto anno MCCLXXXXIIII messer Benedetto Guatani cardinale, avendo
per suo senno e segacità adoperato che papa Celestino avea rifiutato il papato,
come adietro nel passato capitolo avemo fatta menzione, seguì la sua impresa, e
tanto adoperò co' cardinali e col procaccio del re Carlo, il quale avea
l'amistà di molti cardinali, spezialmente di XII nuovi eletti per Celestino, e
istando in questa cerca, una sera di notte isconosciuto con poca compagnia
andòe al re Carlo, e dissegli: “Re, il tuo papa Celestino t'ha voluto e potuto
servire nella tua guerra di Cicilia, ma nonn-ha saputo; ma se tu adoperi co'
tuoi amici cardinali ch'io sia eletto papa, io saprò, e vorrò, e potrò”;
promettendogli per sua fede e saramento di mettervi tutto il podere della
Chiesa. Allora lo re fidandosi in lui, gli promise e ordinò co' suoi XII
cardinali che gli dessero le loro boci. E essendo alla lezione messer Matteo
Rosso e messer Iacopo della Colonna, ch'erano capo delle sette de' cardinali,
s'accorsono di ciò, incontanente gli diedono le loro, ma prima messer Matteo
Rosso Orsini; e per questo modo fu eletto papa nella città di Napoli la vilia
della Natività di Cristo del detto anno; e incontanente che fue eletto si volle
partire di Napoli colla corte, e venne a Roma, e là si fece coronare con grande
solennità e onore in mezzo gennaio. E ciò fatto, la prima provisione che fece,
sentendo che grande guerra era cominciata tra 'l re Filippo di Francia e·re
Adoardo d'Inghilterra per la quistione di Guascogna, sì mandò oltre i monti due
legati cardinali, perché gli pacificassono insieme; ma poco v'adoperarono, che'
detti signori rimasono in maggiore guerra che di prima. Questo papa Bonifazio
fue della città d'Alagna, assai gentile uomo di sua terra, figliuolo di messer
Lifredi Guatani, e di sua nazione Ghibellino; e mentre fu cardinale, protettore
di loro, spezialmente de' Todini; ma poi che fu fatto papa molto si fece
Guelfo, e molto fece per lo re Carlo nella guerra di Cicilia, con tutto che per
molti savi si disse ch'egli fu partitore della parte guelfa, sotto l'ombra di
mostrarsi molto Guelfo, come innanzi ne' suoi processi manifestamente si potrà
comprendere per chi fia buono intenditore. Molto fu magnanimo e signorile, e
volle molto onore, e seppe bene mantenere e avanzare le ragioni della Chiesa, e
per lo suo savere e podere molto fu ridottato e temuto; pecunioso fu molto per
agrandire la Chiesa e' suoi parenti, non faccendo coscienza di guadagno, che
tutto dicea gli era licito quello ch'era della Chiesa. E come fu fatto papa
anullò tutte le grazie de' vacanti fatte per papa Celestino, chi non avesse la
possesione; fece fare il nipote al re Carlo conte di Caserta, e due figliuoli
del detto suo nipote, l'uno conte di Fondi e l'altro conte di Palazzo. Comperò
il castello delle Milizie di Roma, che fu il palazzo d'Attaviano imperadore, e
quello crescere e reedificare con grande spendio, e più altre forti e belle
castella in Campagna e in Maremma. E sempre la sua stanza fue il verno in Roma,
e la state a la prima in Rieti e Orbivieto, ma poi il più in Alagna per
agrandire la sua cittade. Lasceremo alquanto di dire del detto papa, seguendo
di tempo in tempo delle novità dell'altre parti del mondo, e massimamente di
quelle di Firenze, onde molto ne cresce materia.
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