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Come messer Gianni di Celona venne in Toscana vicario d'imperio.
Nel detto anno MCCLXXXXIIII uno valente e gentile uomo della casa del
conte di Borgogna, che·ssi chiamava messer Gianni di Celona, a sommossa della
parte ghibellina di Toscana e col loro favore, impetrò da Alberto d'Osteric re
de' Romani d'essere vicario d'imperio in Toscana; e ciò fatto, passò in Italia
con Vc Borgognoni e Tedeschi a cavallo, e arrivò nella città d'Arezzo; e in
quella cogli Aretini, e' Romagnuoli, e' ribelli di Firenze, cominciò a·ffare
guerra a' Fiorentini e Sanesi, e stette bene uno anno. A la fine non piaccendo
a' Ghibellini perch'era di lingua francesca, furono in sospetto di lui; per la
qual cosa poi per procaccio di papa Bonifazio, a petizione del Comune di Firenze
e de' Guelfi di Toscana, per accordo si partì con sua gente, e tornossi in
Borgogna l'anno MCCLXXXXV, ed ebbe dal Comune di Firenze XXXm fiorini d'oro, e
simile per rata da l'altre terre guelfe di Toscana, per mandarlo via. Nel detto
anno MCCLXXXXIIII morì in Firenze uno valente cittadino il quale ebbe nome ser
Brunetto Latini, il quale fu gran filosafo, e fue sommo maestro in rettorica,
tanto in bene sapere dire come in bene dittare. E fu quegli che spuose la
Rettorica di Tulio, e fece il buono e utile libro detto Tesoro, e il Tesoretto,
e la Chiave del Tesoro, e più altri libri in filosofia, e de' vizi e di virtù,
e fu dittatore del nostro Comune. Fu mondano uomo, ma di lui avemo fatta
menzione però ch'egli fue cominciatore e maestro in digrossare i Fiorentini, e
farli scorti in bene parlare, e in sapere guidare e reggere la nostra
repubblica secondo la Politica.
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