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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro nono
      • XXXV               Come Casano signore de' Tartari sconfisse il soldano de' Saracini, e prese la Terrasanta in Soria.
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XXXV

 

           

Come Casano signore de' Tartari sconfisse il soldano de' Saracini, e prese la Terrasanta in Soria.

           

Nel detto anno, del mese di gennaio, Casano imperadore de' Tartari venne in Soria sopra il soldano de' Saracini, e menò seco CCm tra Tarteri e Cristiani a cavallo e a piè per condotta del re d'Erminia e di quello di Giorgia, cristianissimi e nimici de' Saracini, per racquistare la Terrasanta. Il soldano sentendo loro venuta, venne d'Egitto in Soria con più di Cm Saracini a cavallo, sanza l'altra sua oste di Soria ch'era infinita; e scontrarsi insieme i detti eserciti, e la battaglia fu grande e terribile. A la fine per senno e valentia del detto Casano, il quale si tenne a piede con grande parte de la sua buona gente infino che' Saracini ebbono tanto saettato, ch'egli ebbono voti i loro turcassi di saette, e acciò che' Saracini non potessono risaettare sopra i suoi le loro saette, ordinò che tutte quelle di sua gente fossono sanza cocca, e le corde di suoi archi con pallottiera, che poteano saettare le loro e quelle de Saracini. E ciò fatto, con ordine, a certo suo segno fatto montarono a cavallo, e aspramente assalirono i Saracini per modo che assai tosto gli mise in isconfitta e in fugga; ma molti Saracini vi furono morti e presi, e lasciarono tutto il loro campo e arnesi di grande ricchezza. E ciò fatto, quasi tutte le terre di Soria e di Gerusalem si renderono al detto Casano, e divotamente andò a visitare il santo Sepolcro; e ciò fatto, non potendo guari dimorare in Soria, convenendogli tornare in Persia al Turigi, per guerra che gli era cominciata da altri signori de' Tartari, sì mandò suoi ambasciadori in ponente a papa Bonifazio VIII, e al re di Francia, e agli altri re cristiani, che mandassono de' signori e gente cristiana a ritenere le città e terre di Soria e della Terrasanta ch'egli avea conquistate; la quale ambasciata fue intesa, ma male messa a seguizione, perché per lo papa e per gli altri signori de' Cristiani s'intendea più alle singulari guerre e quistioni tra·lloro, ch'al bene comune della Cristianità; che con poca gente e piccola spesa si racquistava e tenea per gli Cristiani la Terrasanta conquistata per Casano, la quale con grande vergogna, e non sanza merito di pena, per gli Cristiani s'abandonò. Onde partito di Soria il detto Casano, poco tempo appresso i Saracini si ripresono Gerusalem e l'altre terre di Soria. Il detto Casano fue figliuolo d'Argon Cane, onde addietro in alcuna parte facemmo menzione. Questi fu piccolo e isparuto di sua persona, ma virtudioso fu molto, e savio, e pro' di sua persona, e aveduto in guerra, cortesissimo e largo donatore, amico grandissimo de' Cristiani, e elli e molti di sua buona gente si fece per la fede di Cristo battezzare. E la cagione perché Casano divenne Cristiano nonn-è da tacere, ma da farne notabile memoria in questo nostro trattato a deficazione della nostra fede, per lo bello miracolo ch'avenne. Quando Casano fu fatto imperadore, si fece cercare per avere moglie per la più bella femmina che si trovasse, non guardandosi per tesoro o per altro, e però mandò suoi ambasciadori per tutto levante; e trovandosi la più bella la figliuola del re d'Erminia, e quella adimandata, il padre l'acettò, in quanto piacesse a la pulcella. Quella molto savia rispuose ch'era contenta al piacere del padre, salvo ch'ella volea essere libera di potere adorare e coltivare il nostro signore Gesù Cristo, bene che 'l marito fosse pagano; e così fu promesso e accettato per gli ambasciadori di Casano. Il re d'Erminia mandò la figliuola con frate Aiton suo fratello, e con altri frati e religiosi, e con ricca compagnia di cavalieri, e donne, e damigelle; e venuta a Casano, molto gli piacque, e fu in sua grazia e amore, e assai tosto concepette di lui, e al tempo debito partorìo, come piacquedDio, la più orda e orribile creatura che mai fosse veduta, e quasi per poco nonn-avea forma umana. Casano contristato di ciò, tenne consiglio co' suoi savi, per gli quali fu diliberato che la donna avea commesso avolterio, e fu giudicata ch'ella colla sua creatura fosse arsa. E apparecchiato il fuoco in presenza di Casano, a cui molto ne doleva, e di tutto il popolo della città, la donna chiese grazia di volere sua confessione e comunione, sì come fedele Cristiana, e la creatura battezzare e fare Cristiano. Fu conceduta la grazia, e come la creatura fu battezzata nel nome del Padre, e del Filio, e del santo Spirito, in presenza del padre e di tutto il popolo, incontanente il fanciullo divenne il più bello e grazioso che mai fosse veduto. Del detto miracolo Casano fu molto allegro, e con gran festa la 'mperadrice e 'l figliuolo furono diliberi da morte; e Casano e tutto il popolo si battezzarono e feciono Cristiani. E non voglio che tu lettore ti maravigli perché scriviamo che Casano fosse quasi con CCm Tartari a cavallo, che il vero fu così, e ciò sapemmo da uno nostro Fiorentino e vicino di casa i Bastari, nudrito infino piccolo fanciullo in sua corte, e di qua per lui al papa e a' re de' Cristiani venne per ambasciadore con altri de' Tarteri, che ciò testimonò e a noi disse. E nonn-è da maravigliare però, però che quasi tutti i Tarteri vanno a cavallo e nonne a piè; e' loro cavagli sono piccoli, e mai non bisogna loro ferro in piè, né orzo né altra biada, ma vivono d'erbaggio e di fieno, lasciandogli pascere come pecore; e uno de' Tarteri ne mena seco X o XX o più de' detti cavagli, secondo ch'è possente; e va l'uno dietro a l'altro sanza altra guida; e sono con sottili briglie sanza freno, e povera sella d'una bardella e piccole scaglie incamutate. Armati sono di cuoio cotto e d'archi e saette; e vivonsi di carne cruda o poco cotta, e di pesce, e di sangue di bestie, e latte e burro con poco pane, e le più volte sanza pane; e quando hanno sete e non trovassono acqua, segnano l'uno de' loro cavagli e beonsi il sangue, e ispesso l'uccidono e 'l si mangiano; e giacciono e dormono sanza letto, se non il tappeto sopra la terra, e sempre stanno a campo, e molto sono obbedienti e fedeli al loro signore, e fieri e crudeli in arme, sì che al signore de' Tarteri è più leggere di menare seco in oste CCm de' Tarteri a cavallo, che non sarebbe al re di Francia Xm. Avemo sì lungo detto de' costumi de' Tarteri per trarre d'ignoranza coloro che di loro fatti non sanno; ma chi più ne vorrà sapere legga il trattato di frate Aiton d'Erminia e i·libro del Milione di Vinegia, come in altra parte in questo libro avemo detto.

 




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