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Come messer Carlo di Valos passò in Cicilia per fare guerra per lo re
Carlo, e fece ontosa pace.
Nel detto anno MCCCII, del mese d'aprile, messer Carlo di Valos fornito
in Firenze quello perché era venuto, cioè sotto trattato di pace cacciata la
parte bianca di Firenze, si partì, e andonne a corte, e poi a Napoli; e là
trovato lo stuolo e apparecchiamento fatto per lo re Carlo di più di cento tra
galee e uscieri e legni grossi, sanza i sottili, per passare in Cicilia, sì si
ricolse in mare, e in sua compagnia Ruberto duca di Calavra figliuolo del re
Carlo con più di MD cavalieri. E apportato in Cicilia al porto di..., scese in
terra per guerreggiare l'isola, ma don Federigo di Raona signore di Cicilia,
non possendo resistere né comparire a la forza di messer Carlo in mare né in
terra, con suoi Catalani si mise a fare guerra guerriata a messer Carlo,
andandoli fuggendo innanzi di luogo in luogo, e talora di dietro a impedirgli
la vittuaglia, per modo che in poco tempo sanza acquistare terra neuna di
rinomo, se non Termole, messer Carlo e sua gente furono per malatia di loro e
de' cavagli, per difalta di vittuaglia, quasi straccati. Per la qual cosa per
necessitade convenne che si partisse con suo poco onore. E veggendo che altro
non potea, messer Carlo sanza saputa del re Carlo ordinò una dissimulata pace
con don Federigo, cioè ch'egli prendesse per moglie la figliuola del re Carlo
detta Alienora, e che, quando la Chiesa e 'l re Carlo gli atassono acquistare
altro reame, ch'egli lascerebbe a queto al re Carlo l'isola di Cicilia; e se
non, sì·lla dovesse tenere per dote della moglie tutta sua vita, e appresso la
sua morte i suoi figliuoli lasciare l'isola al re Carlo e a sue rede, dando
loro Cm once d'oro. La qual cosa fatta, e promessa e giurata per le parti, e
tornato messer Carlo coll'armata a Napoli, e mandatagli la figliuola del re
Carlo, sì la sposò; ma poi di promessa fatta nulla s'aseguìo: e così per
contradio si disse per motto: “Messer Carlo venne in Toscana per paciaro, e
lasciòe il paese in guerra; e andòe in Cicilia per fare guerra, e reconne
vergognosa pace”. Il quale il novembre vegnente si tornò in Francia, scemata e
consumata sua gente e con poco onore.
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