LIII
Come i Fiorentini ebbono il castello di Piano di Trevigne e più altre
castella ch'aveano rubellate i Bianchi.
Nella stanza del detto assedio di Pistoia si rubellò a' Fiorentini il
castello di Piano di Trevigne in Valdarno per Carlino de' Pazzi di Valdarno, e
in quello col detto Carlino si rinchiusono de' migliori nuovi usciti Ghibellini
e Bianchi di Firenze, grandi e popolani, e faceano grande guerra nel Valdarno;
per la qual cosa fu cagione di levarsi l'oste da Pistoia, lasciando i
Fiorentini il terzo della loro gente all'assedio di Serravalle in servigio de'
Lucchesi, come detto avemo, e tutta l'altra oste tornata in Firenze, sanza
soggiorno n'andarono del mese di giugno in Valdarno e al detto castello di
Piano, e a quello istettono, e assediarono per XXVIIII dì. A la fine per
tradimento del sopradetto Carlino e per moneta che n'ebbe i Fiorentini ebbono
il castello. Essendo il detto Carlino di fuori, fece a' suoi fedeli dare
l'entrata del castello, onde molti vi furono morti e presi, pure de' migliori
usciti di Firenze. E ciò fatto, tornati a Firenze con questa vittoria, sanza
soggiorno andarono popolo e cavalieri di Firenze in Mugello sopra i signori
Ubaldini, i quali co' Bianchi e co' Ghibellini s'erano rubellati al Comune di
Firenze, e guastarono i loro beni di qua da l'alpe e di là. E tornati in
Firenze, la state medesima cavalcarono in Valdigrieve sopra il castello di
Monte Agliari e di Monte Aguto, i quali aveano rubellati que' della casa de'
Gherardini, ch'erano di parte bianca, e quelle due castella s'arrenderono a
patti, salve le persone, al Comune di Firenze, le quali il Comune di Firenze
fece disfare. E nel detto anno i Fiorentini ebbono gran vittoria in ogni loro
oste e cavalcata che feciono, bene aventurosamente perseguitando in ogni parte
gli usciti bianchi e' ghibellini con loro distruzzione.
|